Il primo Macchia Awards premia i migliori blog e post dei pionieri del Web italico
Il 6 gennaio 1838 ci fu la prima dimostrazione del telegrafo di Samuel Morse, ma io vorrei approfittare di questo Almanacco per raccontare un’altra pagina della storia del digitale nostrano. Questa.
Fino a qualche mese prima dell’arrivo della pandemia, a un certo punto dell’anno, quella eterogenea comunità che chiamavamo “blogosfera” aspettava il verdetto di Gianluca Neri e della sua giuria popolare per i migliori siti e post. Per molti anni il Macchianera Italian Awards (Mia) è stato un appuntamento di una certa importanza (nel 2013 Gianluca Neri ha personalmente consegnato il premio in Vaticano a Papa Francesco come personaggio dell’anno).
Gianluca che oggi ha 51 anni e guida una casa di produzione tv che ha firmato prodotti notevoli come Sanpa, ai tempi era uno fra i più vivaci riferimenti della Rete. Dopo avere partecipato al glorioso settimanale satirico Cuore, nel 1996 aveva fondato e curato il portale satirico Clarence, che ebbe un buon successo. E aveva aperto il blog Macchianera.
Il primo vagito di quello che diventerà un vero e atteso premio, fu un semplice post intitolato The Macchia Weblog Awards 2003. Il 6 gennaio, appunto. Era un post ironico, nello stile dell’autore, ma è interessante rileggerlo perché racconta alcuni protagonisti della Rete di allora, quando sul Web c’erano davvero pochi utenti. Ecco alcuni premiati di quella prima edizione:
- Miglior nome per un weblog: Blogorroico
- Peggior nome per un weblog: InSonia
- Weblog con più partecipazione: Claudio Sabelli Fioretti
- Miglior fonte di spunti: ManteBlog di Massimo Mantellini
- Miglior weblog di gossip: Dagospia
- Weblog dell’anno: Wittgenstein di Luca Sofri, premiato anche per la rubrica Re: no subject, un dialogo con il blog di Christian Rocca, Camillo