Scalfari lancia repubblica.it: “Vabbé, siamo disoccupati…”

Scalfari lancia repubblica.it: “Vabbé, siamo disoccupati…”

Il 14 gennaio 1997 nasce repubblica.it: Ezio Mauro era da poco diventato direttore del quotidiano sostituendo il fondatore, Eugenio Scalfari, e il giornale, 21 anni dopo il debutto, si stava di nuovo proiettando nel futuro.

La svolta digitale era stata voluta soprattutto da Vittorio Zambardino, Ernesto Assante e Gualtiero Peirce, tre giornalisti che erano stati sistemati in “uno scantinato senza finestre” della sede romana di piazza Indipendenza. Ma a loro non importava: “Eravamo convinti, con qualche eccesso un po’ fanatico, di essere portatori di un futuro” dirà Zambardino 10 anni dopo. Sempre Zambardino ha ricordato che quel 14 gennaio Scalfari scese nello scantinato per salutare i 3 pionieri (e “portava un cappotto beige”) e quando uscì scherzando disse: “Vabbè, siamo disoccupati”. In un messaggio audio di meno di 3 minuti trasmesso quel giorno, il fondatore mostrava ancora una volta di avere capito prima e meglio di tanti altri cosa stava per capitare all’informazione con Internet.

“Repubblica prende l’iniziativa a partire da oggi di lanciare su Internet un giornale telematico. Sono tentato di dire che ancora una volta siamo il primo quotidiano a decidere un’innovazione così impegnativa e carica di futuro. Ma il tema che affrontiamo oggi è troppo impegnativo per lasciare spazio a slogan propagandistici. In due parole il tema è questo: la comunicazione del futuro tenderà a sostituire il supporto cartaceo con le tecnologie informatiche e televisive. Ma questa sostituzione non sarà neutrale. Il giornale telematico dovrà usare cioè un linguaggio nuovo e appropriato al mezzo che gli servirà da supporto. Un linguaggio più asciutto, più chiaro, più funzionale di quello fin qui affidato al supporto cartaceo. Potremo effettuare questa innovazione del linguaggio senza rinunciare allo spessore delle parole, alla ricchezza del lessico, ed anche a quella dose di eloquenza che a nostro giudizio costituisce parte integrante di ogni tipo di comunicazione scritta, figurata o parlata. Questa è la nostra scommessa, la nostra sfida. Ed è la ragione per cui intraprendiamo a partire da oggi questa fase sperimentale del nostro lavoro. Dobbiamo infatti, noi giornalisti della carta stampata, addestrarci ad un prodotto con caratteristiche diverse; e dobbiamo compiere questo addestramento sotto gli occhi dei nostri lettori confrontando continuamente la nostra sperimentazione con le loro reazioni, i loro giudizi, i loro suggerimenti. Repubblica è tra tutti i quotidiani italiani quello che vanta un pubblico particolarmente aggiornato e moderno, già orientato nell’uso delle tecnologie dell’informatica. L’eccezionale successo della nostra promozione sul Computer No Problem sta a dimostrarlo. Partiamo dunque da una base di lancio assai preparata e vasta. L’obiettivo è fondare un nuovo tipo di giornale affianchi e innovi quella Repubblica che mandò in edicola il suo primo numero il 14 gennaio 1976. Esattamente dopo ventuno anni noi ci riproviamo”.

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