iPhone, riparazione fai da te: al via il programma di Apple

iPhone, riparazione fai da te: al via il programma di Apple

Apple ha attivato il programma di Riparazione Self-Service: disponibile per ora solo negli Stati Uniti, permette a chiunque se la senta di procedere in autonomia alla riparazione dell’iPhone. I modelli inclusi nell’iniziativa sono gli iPhone 12 e 12 Pro, gli iPhone 13 e 13 Pro e l’iPhone SE di terza generazione lanciato quest’anno. In occasione dell’annuncio dell’iniziativa, a novembre 2020, l’azienda aveva specificato che i modelli meno recenti di iPhone non sarebbero stati inclusi nel programma, perché troppo complessi da riparare rispetto ai modelli più recenti.

Per ottenere le parti di ricambio originali bisogna effettuare un ordine sul sito SelfServiceRepair.com, allestito appositamente per l’iniziativa. Da qui si può scegliere il modello da riparare e poi il tipo di riparazione che si vuole effettuare. Per ora è possibile aggiustare o sostituire soltanto la batteria, l’altoparlante inferiore, il modulo della fotocamera, il display, il Taptic Engine oppure il tray della SIM. Le parti di ricambio vengono vendute allo stesso prezzo che Apple offre ai riparatori ufficiali.

La riparazione deve essere effettuata secondo le indicazioni ufficiali, utilizzando ove possibile la strumentazione giusta per ciascuna riparazione. Per chi non avesse a disposizione gli utensili necessari, Apple ha previsto un tool kit dedicato per ciascun modello di iPhone: si può noleggiare per 49$ alla settimana e contiene tutti gli attrezzi necessari all’operazione, come le presse per la rimozione del display, i giravite di precisione a limitazione di coppia, o i taglierini speciali per la rimozione degli adesivi.

Per adesso la possibilità di ordinare le parti di ricambio è limitata ai soli clienti che risiedono negli Stati Uniti. Tuttavia i manuali di riparazione degli iPhone 12, 12 Pro, 13, 13 Pro e SE di terza generazione si possono scaricare già da tutto il mondo. Basta andare sulla pagina dedicata del sito Apple e selezionare il PDF relativo al modello che ci interessa. Se non li trovate, assicuratevi di non essere stati ridirezionati sulla pagina Italiana del sito: i manuali sono disponibili solo sul sito in inglese per gli USA. In questo caso chi volesse cimentarsi nella riparazione seguendo il manuale, qui in Italia, potrà farlo procurandosi attrezzi e ricambi da terze parti. Attenzione però: se la riparazione Self-Service eseguita correttamente con parti originali non invalida la garanzia, per adesso non vale altrettanto per la riparazione in autonomia effettuata al di fuori degli Stati Uniti, seppur utilizzando i manuali di Apple.

“Il servizio Self-Service Repair è pensato per persone specializzate nell’assistenza tecnica che hanno le competenze e l’esperienza richieste per riparare dispositivi elettronici”, ci aveva spiegato l’azienda di Cupertino in occasione dell’annuncio del Self-Service Repair Program. “Per la maggior parte della clientela, recarsi presso un fornitore di assistenza professionale con tecnici di assistenza certificati che usano parti originali Apple è il modo più sicuro e affidabile per ottenere una riparazione”.

Apple ha promesso che nel corso del 2022 l’iniziativa si allargherà a ricomprendere un numero maggiori di parti di ricambio, per poi essere estesa anche ad altri prodotti come i Mac M1. Nessuna indicazione sulle tempistiche di internazionalizzazione del programma, invece, ma è lecito ipotizzare che il Self Service Repair Program non rimarrà limitato agli Stati Uniti come avviene per altri servizi Apple. Negli USA il programma è una risposta diretta all’ordine esecutivo 14036 di luglio 2021, con cui il presidente Biden ha dato mandato alla Ftc di creare nuovi regolamenti per facilitare le riparazioni da parte di tecnici indipendenti nel settore elettronico.

Anche in Europa la direzione è già segnata: il primo regolamento sul Diritto alla riparazione è entrato in vigore il primo marzo 2021 e impone alle aziende di rendere riparabili i prodotti per almeno 10 anni dalla data di commercializzazione. A oggi la normativa non copre ancora laptop e smartphone ma solo elettrodomestici come frigoriferi e televisori, ma è chiara l’intenzione di Bruxelles di spingere le normative sempre più in questa direzione. Non a caso anche Google e Samsung hanno subodorato la tendenza globale e si sono adeguate, seguendo le orme di Apple. L’azienda coreana entro l’estate attiverà un programma di riparazione in collaborazione con iFixit che coinvolgerà gli smartphone di punta a partire dal Galaxy S20. L’iniziativa di Google dovrebbe invece partire entro l’anno e permetterà di riparare tutti gli smartphone dell’azienda a partire dal Pixel 2 fino agli attuali Pixel 6 e 6 Pro.

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