Fra demoni, carte e parkour: una giornata nel videogioco Neon White

Fra demoni, carte e parkour: una giornata nel videogioco Neon White

A volte è semplice spiegare i videogiochi, anche a chi non li conosce, a volte capita qualcosa come Neon White. È fra i giochi più interessanti dell’ultimo periodo, uscito senza troppo clamore, ma pronto a ritagliarsi una fetta di appassionati e favori della critica. Ci sono titoli che collochi facilmente dentro la loro categoria, rassicuranti e precisi nel loro aderire ai canoni, altri che ti ritrovi a spiegare mescolando generi, stili e influenze, sfidando l’incasellamento in un’affascinante dimostrazione di quanto la parola videogioco abbracci ormai un ventaglio di esperienze drasticamente diverse tra di loro.

Per rendere i confini tra queste esperienze ancora più sfumate e farsi beffe dei generi, Neon White decide di mescolarli tra di loro: la storia parla di uno sconosciuto che improvvisamente si trova nell’aldilà, dove gli viene detto che può guadagnarsi la beatitudine solo aiutando le forze del Paradiso a sconfiggere alcuni demoni che infestano le sale celesti. Per rendere le cose più complesse, nel farlo sarà in competizione con altre anime dannate, che indossano come lui maschere esplosive per evitare tentativi di fuga. Dopo poco scopriremo che alcuni dei nostri avversari ci conoscono bene, mentre noi ricordiamo pochissimo della nostra vita mortale. Parte del gioco sarà quindi fare ciò che ci viene chiesto, mentre l’altra parte sarà scoprire chi eravamo, scendendo a patti con un passato che non sembra proprio degno di santità.

Un videogioco diviso in due

La parte più strettamente ludica di Neon White è una sorta di grandissimo omaggio a una delle subculture videoludiche più affascinanti e longeve, quelle dello speedrun. Si definisce speedrun l’arte di arrivare al termine di un livello nel minor tempo possibile, sfruttando abilità tecnica, scorciatoie nella mappa e persino errori del codice, se serve. È una disciplina che nasce più o meno con Super Mario Bros, ma trova la consacrazione prima in Doom e poi in Quake, si diffonde sempre di più grazie allo sviluppo di Internet e mostra giocatori muoversi all’interno dei livelli come una sorta di balletto in cui ogni salto e ogni curva evidenziano l’assoluta conoscenza dello spazio.

In Neon White bisogna fare più o meno la stessa cosa: in ogni livello dovremo andare da A a B nel minor tempo possibile ed eliminando tutti i bersagli, in sfide che raramente superano il minuto. Per eliminare i demoni dovremo usare armi sotto forma di carte, che oltre allo sparo base hanno una funzione secondaria quando vengono scartate e che rappresenta il cuore strategico per superare i livelli. Per esempio, scartando una carta pistola faremo un doppio salto, scartando un fucile potremo fare uno scatto velocissimo in avanti di qualche metro sfondando pareti particolarmente fragili e così via. Completare un livello nel minor tempo possibile vuole dire ripeterlo, padroneggiando ogni movimento e controllando sempre la nostra traiettoria, limando centesimi e diventando tutt’uno con la memoria muscolare che alla fine ci permetterà di fare alcuni movimenti senza nemmeno pensarli. Il loop di questi piccoli rompicapi da risolvere in velocità è affascinante e ipnotico e stuzzica la voglia di competizione e la scarica di dopamina che arriva quando tutto si incastra perfettamente. In men che non si dica ci si ritrova a volerne fare soltanto ancora uno, e poi saranno almeno 10 prima di smettere, soprattutto se si vuole rimanere in alto nella classifica mondiale.

Oltre a tutto questo c’è l’altra parte di Neon White, ovvero quella relazionale: capitolo dopo capitolo, potrete visitare alcuni luoghi di questo strano paradiso in cui siete capitati e chiacchierare con i rivali e con i bizzarri gestori di tutta la parte burocratica della competizione. Livello dopo livello, dialogo assurdo dopo dialogo assurdo, potrete cercare di scoprire chi eravate prima di morire, perché alcune persone sembrano temervi e con altre forse c’era una relazione amorosa, e magari potreste perfino riflettere e fare ammenda per gli errori del passato. Questa sezione del gioco ricorda un po’ quelle che vengono definite visual novel, cioè videogiochi in cui la parte narrativa è preponderante e tutto ciò che dovete fare e leggervi i dialoghi, ma volendo potete migliorare le vostre relazioni scovando alcuni regali nascosti nei livelli che serviranno a sbloccare dialoghi aggiuntivi, livelli bonus e così via.

Uno stile che sembrano due

Il tutto è accompagnato da uno stile visivo che è spaccato in due, esattamente come le componenti ludiche: durante le corse contro il tempo ci ritroveremo di fronte ad ambienti tridimensionali minimali, con grafiche ridotte all’osso, mostri stilizzati, pallide strutture che sembrano quasi galleggiare nello spazio; durante i dialoghi esce fuori uno stile manga che pur sapendo di già visto riesce comunque a mantenere un’identità forte, grazie anche alla caratterizzazione dei personaggi e alle maschere che sono costretti a indossare.

Neon White è un balletto di proiettili, salti e schivate che vi terrà inchiodati allo schermo alla ricerca della corsa perfetta, e quando ogni tanto deciderete di rallentare, ad aspettarvi ci sarà una storia che potrebbe nascondere momenti molto intimi e interessanti. Il gioco, disponibile per Nintendo Switch e su Steam (costa 21,99 euro), è consigliatissimo anche a chi si sente un po’ arrugginito col joypad, perché il livello di difficoltà sale, ma sempre di quel poco che basta per lasciarvi con la voglia di una nuova sfida.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *