Fermati un secondo: Meta non vuole mandare avanti l’orologio

Fermati un secondo: Meta non vuole mandare avanti l’orologio

I giorni non sono tutti uguali: alcuni durano un po’ di più di 24 ore, altri un po’ meno. Una differenza di pochi millisecondi che però va compensata di tanto in tanto per allineare il tempo coordinato universale (UTC) e il giorno solare medio. L’UTC viene definito dall’International Telecommunications Union ed è calcolato da un sistema di orologi atomici. Il tempo universale (UT1) deriva invece dalla misura del giorno solare sul meridiano di Greenwich, il meridiano zero. 

La Terra gira più veloce del solito e può essere un problema

Un fastidioso intercalare

Per ovviare al problema, gli enti internazionali di misurazione tengono traccia della differenza fra i due tempi. Quando si avvicina ai sei decimi di secondo viene introdotto un “secondo intercalare”. Alla mezzanotte del giorno prestabilito, solitamente il 30 giugno o il 31 dicembre, si misurano eccezionalmente le 23:60:00, per poi far scattare gli orologi sulle 00:00:00.
L’aggiunta di un secondo non influisce in alcun modo sul nostro ritmo circadiano, ma crea non pochi grattacapi a chi deve gestire sistemi informatici sincronizzati su scala globale. Nel 2012 l’introduzione di un secondo intercalare ha mandato ad esempio in tilt i sistemi di Reddit, Cloudflare e di Quantas, la compagnia aerea australiana. 

È tempo di cambiare

Ora Meta dice basta: l’azienda di Zuckerberg si è fatta portatrice di una posizione assai comune fra i grandi del tech. Il secondo intercalare va abolito, dicono da Menlo Park, perché crea solo problemi ed è una soluzione anacronistica (è il caso di dirlo). In un post pubblicato sul blog di Facebook, il production engineer Oleg Obleukhov e il ricercatore Ahmad Byagowi spiegano perché l’aggiunta di un “leap second” non è più una soluzione adatta ai tempi che corrono. 

“Se il secondo intercalare era una soluzione adeguata nel 1972, quando faceva contente sia la comunità scientifica sia l’industria delle telco, oggi l’UTC è inadeguato sia per le applicazioni digitali sia per gli scienziati, che spesso scelgono di usare TAI (il tempo atomico internazionale – nda) o l’UT1 (il giorno medio di Greenwich – nda)”, spiegano Byagowi e Obleukhov. “Meta sostiene l’impegno del settore affinché si interrompano le prossime introduzioni di secondi intercalari, rimanendo all’attuale livello di 27. L’introduzione di nuovi secondi intercalari è una pratica che fa più male che bene, e riteniamo sia il momento di adottare nuove tecnologie che la rimpiazzino”. 

Tempi che corrono (troppo)

Su lungo periodo, la rotazione della Terra tende a rallentare, ma nell’ambito di questa tendenza si misurano continue variazioni di qualche millisecondo in più o in meno. Negli ultimi decenni sono stati di più i rallentamenti, da cui la necessità di aggiungere i 27 secondi intercalari cui fa riferimento Meta. Negli ultimi anni però la Terra gira un po’ più velocemente. Il 29 giugno 2022 è stato ad esempio il giorno più veloce di sempre: si è chiuso 1,59 millisecondi in anticipo sulle 24 ore.  Il 26 luglio scorso il fenomeno si è ripetuto: il giorno è stato più corto di 1,50 millisecondi. 

Non è del tutto chiaro il motivo di questa accelerazione. Secondo una delle teorie più accreditate potrebbe essere colpa dell’Oscillazione di Chandler, una deviazione della posizione dei poli della Terra rispetto alla superficie. “La normale ampiezza dell’Oscillazione di Chandler è di tre o quattro metri sulla superficie del globo”, ha spiegato il Dr. Leonid Zotov a timeanddate, pubblicazione online dedicata al tempo e ai fusi orari, “ma dal 2017 al 2020 è sparita”. 

Il primo secondo negativo

La preoccupazione di Meta è che queste deviazioni dallo standard possano portare all’introduzione di un secondo intercalare negativo, il primo in assoluto che andrebbe sottratto anziché aggiunto al calcolo del tempo sui sistemi informatici. Negli ultimi anni, per ovviare al problema dell’aggiunta del secondo intercalare le grandi società informatiche hanno utilizzato una tecnica chiamata “smearing”, letteralmente “spalmando” la differenza necessaria a tenere sincronizzati gli orologi su un periodo di svariate ore. 

L’azienda di Zuckerberg lo fa su 17 ore, Google su un periodo di 24 e con una “spalmatura” lineare. Il passaggio dalle 23:58:00 alle 00:00:00, con l’eliminazione di un secondo in un giorno prestabilito, sarebbe incompatibile con la maggior parte dei sistemi di sincronizzazione e potrebbe creare conseguenze disastrose per una miriade di applicazioni digitali. 

Secondo il Dr. Zotov però la probabilità che si decida di introdurre un nuovo secondo intercalare è bassa: ci sarebbe il 70% di possibilità che la rotazione abbia raggiunto il suo massimo di accelerazione e che pertanto non serva una correzione negativa. 

L’ora delle decisioni revocabili

In occasione dell’ultima World Radio Communications (WRC), a Ginevra nel 2015, l’International Telecommunications Union (ITU) ha rimandato al 2023 la prossima decisione sull’introduzione di un nuovo secondo intercalare. Nella conferenza, l’ente ha decretato che servono maggiori studi per capire come modificare il sistema UTC (definito proprio dall’ITU) ed eventualmente sopprimere il famigerato secondo intercalare. Una decisione dovrebbe arrivare appunto alla fine del prossimo anno, durante la WRC che si terrà a Dubai.
Secondo Meta, i 27 “leap seconds” aggiunti finora sono più che sufficienti, e dovrebbero bastarci per almeno un altro millennio. 

Se il settore informatico è generalmente concorde con la posizione dell’azienda di Facebook e Instagram, c’è anche chi la pensa diversamente. Linus Torvalds, ad esempio: il papà di Linux, in un’intervista del 2015 a Wired si era fatto beffe delle preoccupazioni dei suoi colleghi. “Le persone e i computer a cui interessano davvero i tempi atomici hanno a che fare con l’astronomia. Tutti gli altri – sia persone che computer – farebbero meglio a dire chissenefrega, con qualche povero sfortunato che dovrà preoccuparsi di sistemare i bug dovuti alle perversioni della misurazione cronologica”, aveva dichiarato Torvalds. “Prendiamo il secondo intercalare come un’ottima occasione per fare un party coi nostri amici. Stampatevi un cartello con scritto ‘Party per l’apocalisse da secondo intercalare’ e ubriacatevi. In un battito di ciglia sarà tutto finito, ma almeno il giorno dopo avrete un dopo sbronza che vi ricordi di quel glorioso ma fuggente secondo in più. Credo che questa sia la rilevanza che la maggior parte delle persone dovrebbe riservare al secondo intercalare”. 

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