Un anno di Shorts: YouTube festeggia con 30 miliardi di visualizzazioni al giorno

Un anno di Shorts: YouTube festeggia con 30 miliardi di visualizzazioni al giorno

Esattamente un anno fa, scrivemmo che “se c’è qualcuno può provare a contrastare lo strapotere di TikTok, è sicuramente YouTube”: era il giorno della presentazione di Shorts, che è appunto la risposta di YouTube a TikTok, e 12 mesi dopo, quella previsione si è rivelata azzeccata. A guardare i numeri, non era onestamente difficile farla: ogni giorno, circa 4 miliardi e mezzo di persone accedono a Google (che controlla YouTube) e ogni minuto su YouTube vengono caricate oltre 500 ore di contenuti.

E però, era oggettivamente difficile immaginare che per Shorts le cose sarebbero andate così tanto bene: durante una presentazione riservata alla stampa, il product manager della piattaforma, Todd Sherman, ha rivelato che “ogni mese oltre 1,5 miliardi di persone si collegano a Shorts, generando ogni giorno circa 30 miliardi di visualizzazioni”. Rispetto a un anno fa, è una crescita di quattro volte.

Fare come TikTok, ma moltiplicato per quattro

Insomma: a Mountain View hanno capito che i video brevi e in formato verticale funzionano, e poco male se è dovuta arrivare un’app dalla Cina per dimostrarglielo. Quello che sembrano voler fare ora è sfruttare questo trend il più possibile, con le peculiarità che solo YouTube ha: “Per i creator siamo l’unica piattaforma multiformato”, ha detto ancora Sherman. Riferendosi al fatto che YouTube è effettivamente l’unico posto online dove si possono caricare video brevi o lunghissimi, verticali come vuole la Rete oppure orizzontali come fossero in tv, fare dirette o trasmettere solo audio. Tutto nello stesso posto e dallo stesso account.

Nel prossimo futuro, l’intenzione di Shorts è quella di insistere ancora (con nuove funzionalità) sul remix audio e video, cioè sulla possibilità di utilizzare spezzoni di musica o di filmati provenienti da altre clip, più o meno lunghe, per creare nuovi video brevi o brevissimi: dall’azienda hanno spiegato che “solo nel mese di aprile, le clip fatte così, cioè partendo da un video lungo e usate per uno breve, hanno generato oltre 100 miliardi di visualizzazioni”.

I rischi per YouTube (e la confusione di chi guarda)

Inoltre, verrà mantenuto il fondo da 100 milioni di dollari destinato a sostenere finanziariamente i creator, a ulteriore dimostrazione del fatto che l’azienda non sembra temere che Shorts rubi spazio a YouTube come l’abbiamo inteso sinora o che in qualche modo lo snaturi. Quando gli abbiamo chiesto se ci sia questo rischio, Sherman è stato chiaro: “Non sempre c’è tempo per vedere un video da 10-15 minuti, a volte si ha solo la voglia o la possibilità di un breve momento di pausa. Anzi, siamo convinti che entrambe le modalità potranno beneficiare una del traffico portato dall’altra”, come dimostrano i casi di canali tradizionali cresciuti proprio grazie al pubblico conquistato nella sezione Shorts.

Parlando della convivenza fra video brevi e lunghi, Sherman si è invece detto d’accordo sul fatto che andrebbe migliorata: “Sì, al momento è un po’ confusionaria – ci ha risposto quando gliene abbiamo parlato – e stiamo lavorando per ottimizzarla, per permettere a chi guarda di distinguere bene quali video fanno parte della famiglia Shorts e quali no. Non solo sulle pagine dei creator, ma dappertutto su YouTube, dalla homepage alle varie sezioni”.

Infine, l’altra convivenza, quella con i rivali, con TikTok ma pure con Facebook e Instagram, che ormai puntato decisamente sui video più che su tutto il resto: in particolare, Sherman ha ammesso che YouTube sta “monitorando con attenzione” la questione dell’utilizzo per Shorts di video creati su altri social. Una sorta di riciclaggio digitale che Instagram ha rivelato apertamente di ostacolare (i contenuti che hanno il logo di TikTok vengono penalizzati in termini di visibilità), ma su cui quelli di Shorts non hanno ancora una posizione chiara: “Vogliamo capire quanti sono davvero i contenuti di questo tipo, quanto traffico generano e quante views raccolgono – ha detto Sherman – Poi decideremo come agire”.

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