TikTok vs Trump, la replica su Twitter: “Trasparenza contro disinformazione”

TikTok vs Trump, la replica su Twitter: “Trasparenza contro disinformazione”

“Crediamo che sia importante far luce sui fatti e mettere le cose in chiaro. Per rispondere a voci e disinformazione su TikTok abbiamo costruito un nuovo hub di informazione che funge da fonte di verità”. Così la piattaforma cinese TikTok sul blog annunciando la nascita di un nuovo sito informativo e di un profilo Twitter aziendale. Mentre l’ultimo aggiornamento delle linee guida della community risale al gennaio scorso.

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“La trasparenza” è al centro degli obiettivi di TikTok “e ci impegniamo a guidare il settore in termini di sicurezza e responsabilità”, fa sapere il social fortemente osteggiato dagli Stati Uniti e dall’amministrazione di Donald Trump. “Non supportiamo né sosteniamo la diffusione di disinformazione sulla nostra piattaforma.” – ribadisce TikTok – “Ci impegniamo a coltivare una cultura della trasparenza e continueremo a utilizzare il nostro nuovo hub di informazioni come canale dedicato in modo che voi abbiate i fatti a portata di mano”, conclude TikTok.

Negli ultimi mesi il presidente Usa ha accusato apertamente la società ByteDance di spiare gli utenti per fornire i dati sensibili al governo di Pechino, minacciando il bando contro la piattaforma video. “TikTok non è disponibile in Cina. I dati degli utenti statunitensi vengono archiviati su server in Virginia con backuo a Singapore”, spiega la compagnia. E chiarisce: “TikTok non ha mai fornito alcun dato Usa al governo cinese e non lo farà, salvo richiesta”.

In un quadro di forti tensioni economiche e politiche con la Cina, l’inquilino della Casa Bianca ha già preso provvedimenti radicali vietando al social preferito dai teenager qualsiasi transazione per un periodo di 45 giorni. E venerdì scorso è scattato l’ultimatum: TikTok dovrà vendere il servizio sul fronte americano entro 90 giorni.

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Secca la replica della società cinese: “Per quasi un anno abbiamo cercato di discutere con il governo degli Stati Uniti tentando di trovare una soluzione. Ma ci siamo trovati di fronte a un’amministrazione che non attribuisce alcuna importanza ai fatti, non rispetta le procedure legali e cerca di interferire nelle trattative tra società private”.

Nel frattempo, mentre Microsoft ha avviato le trattative per l’acquisizione dell’app, stando al Financial Time anche Oracle sembra essere interessata a far suo il servizio in Usa, Canada e Australia. TikTok – si legge sul sito della compagnia – ha sedi in tutto il mondo, tra cui Los Angeles, New York, Londra, Parigi, Berlino, Dubai, Mumbai, Singapore, Jakarta, Seul e Tokyo.

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