Su Twitter torna il badge blu di verifica: ecco come richiederlo

Su Twitter torna il badge blu di verifica: ecco come richiederlo

A volte ritornano. Le spunte blu che certificano l’autenticità di un profilo ripartono su Twitter. Non che fossero scomparse (chi l’aveva l’ha tenuta), ma le nuove assegnazioni erano state interrotte 4 anni fa, nel novembre del 2017, dopo 8 anni di utilizzo (il primo account verificato risale al 2009).

Per ragioni varie, ma soprattutto perché sembrava che quel bollino celeste fosse quasi un’investitura del social rispetto agli account cui veniva assegnato: sembrava una valutazione di merito poco chiara e arbitraria, mentre ora la procedura, secondo quanto spiegato, dovrebbe farsi in qualche modo più democratica. Anche perché è stata messa a punto insieme con gli iscritti, a partire dai loro commenti e dalle decine di migliaia di opinioni raccolte dallo scorso autunno, quando il cantiere è stato inaugurato.

Tutto è ripartito giovedì 20 maggio, con il nuovo processo di richiesta di verifica e con l’esame delle domande, mentre Twitter ha già iniziato a rimuovere le spunte agli account che non soddisfacevano più i criteri aggiornati. Insomma, l’obiettivo è “dare più trasparenza, credibilità e chiarezza alla verifica degli account”, come spiegato dal quartier generale.

I nuovi criteri di verifica
Ma quali sono i criteri da soddisfare per ottenere la spunta blu, un riconoscimento dedicato a distinguere l’autenticità degli account di alto interesse pubblico? L’idea di fondo è che le spunte andranno a chi le merita, cioè a chi promuove conversazioni esemplari e rispettose, a chi “twitta gli altri come vorrebbe essere twittato”. Più nello specifico, le categorie individuate in questa fase per ottenere la spunta sono 6:

  •     funzionari governativi;
  •     aziende, brand e organizzazioni;
  •     testate giornalistiche e giornalisti;
  •     personaggi dell’intrattenimento;
  •     sport e gaming;
  •     attivisti e influencer.

Ma in futuro ne arriveranno altre.

Deve trattarsi di account completi con nome, immagine, indirizzo mail o numero di telefono confermati. Ma anche di profili attivi negli ultimi 6 mesi e che abbiano sempre rispettato le condizioni d’uso della piattaforma. Insomma, nessun cartellino giallo da parte di San Francisco, cioè nessuna sospensione per 12 ore o 7 giorni nell’ultimo anno. Non c’è dunque, come accade altrove per sbloccare alcune funzionalità e in parte anche su Twitter (per esempio per lanciare gli Spazi audio) un numero minimo di follower da sfoggiare.

Qui le indicazioni precise, dove si specifica che potrà essere richiesto anche un documento governativo, una mail con un dominio rilevante per il settore in cui ci si candida o l’indicazione di un sito ufficiale.

Come si richiede il badge blu
Il percorso di verifica sarà disponibile dalle prossime settimane nella sezione Impostazioni. Ma il rilascio sarà graduale, proprio per garantire un esame tempestivo di tutte le domande (in passato, poteva volerci molto tempo). Il percorso dovrebbe essere il seguente: il team dedicato alla verifica invierà una risposta via mail entro pochi giorni o qualche settimana dalla richiesta, a seconda della coda di domande. In caso di approvazione, il badge blu apparirà automaticamente sul profilo.

Se invece dovesse esserci un rifiuto e l’utente pensa si tratti di un errore, la domanda potrà essere presentata di nuovo una volta trascorsi 30 giorni dopo avere ricevuto il responso sulla domanda precedente. Questo per tutte le volte che si vuole.

Nuove categorie in arrivo
Non è finita: la piattaforma è al lavoro per ampliare le categorie ammesse all’agognata spunta blu. Per esempio, arriveranno scienziati, accademici e leader religiosi nel corso dell’anno. Per saperne di più, si può seguire l’account @Verified. Su Twitter, ovviamente. Una volta ottenuto il badge, non esiste una regola fissa per l’eventuale rimozione: ogni caso verrà valutato singolarmente.

Più inclusività e nuove tipologie di account: memoriali e satira
Novità anche per gli account, perché ne arriveranno di altri tipi: i bot, per esempio, saranno chiaramente indicati con la dicitura “Automated account” e dall’icona di un robottino, una dicitura che apparirà anche nei tweet. D’altronde, i profili automatizzati non sono sempre molesti: nel corso dell’evento riservato di presentazione di queste novità, i manager della piattaforma hanno ricordato che esistono account automatizzati utili per segnalare pericoli in caso di terremoti o particolari condizioni meteo.

Per questo motivo, per il social dell’uccellino blu la verifica degli account automatizzati è tanto importante quanto quella degli account gestiti da persone reali.

Sono in corso anche progetti per migliorare i profili di Twitter per aiutare le persone ad esprimersi meglio, come ad esempio attraverso la nuova sezione About, dove indicare fra l’altro anche i pronomi con cui si vuole che ci si riferisca alla propria persona. In fase di definizione, come annunciato più volte, anche i profili memoriali, per le persone defunte, e quelli specificamente dedicati alla satira, da sempre uno dei motori più importanti della piattaforma.

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