Starlink apre ai test per Internet al pubblico. E lancia altri satelliti

Starlink apre ai test per Internet al pubblico. E lancia altri satelliti

Questa sera, quando in Italia saranno le 22.18, prenderanno il volo altri 57 satelliti della costellazione Starlink, in testa a un razzo Falcon 9 di SpaceX. Si tratterà del terzo lancio in poco più di tre settimane per la compagnia di Elon Musk che intende portare la connessione internet ad alta velocità in tutto il globo. Sarà anche il decimo lancio Starlink, che arriva così a sfiorare i 600 satelliti in orbita, e già invita il pubblico di tutto il mondo a iscriversi perché presto, a quanto pare, sarà possibile testare la connessione anche fuori dagli Usa, forse già entro luglio.Provare per navigareCon centinaia di antenne pronte a far piovere banda dallo spazio, l’attesa è per capire se tutto funziona a dovere. Già a ottobre, lo stesso Musk ha inviato il primo tweet di prova usando la connessione Starlink. Con un commento subito dopo: “Woah, ha funzionato!!”

 Adesso chiunque nel mondo può iscriversi inviando la propria mail, indicando il codice postale e il Paese in cui si trova. È una sorta di pre-registrazione per avere aggiornamenti sui primi test della rete. Non è ancora chiaro quali saranno le regioni oggetto delle prime prove “sul campo”, per ora ci si rifà ai dettagli che lo stesso Musk centellina su Twitter.

Per esempio il fatto che le l’infrastruttura sarà testata prima alle “alte latitudini”, a quanto pare entro luglio per i privati e ci vorranno altri sei mesi per il pubblico. Sicuramente entro l’anno negli Stati Uniti e forse in Canada. Germania e Regno Unito potrebbero essere inclusi.


Sempre più traffico in orbita Anche se ormai è diventato quasi banale dirlo, SpaceX sta sbriciolando tutti i record. Quello in programma stasera sarà infatti anche il quarto lancio in meno di un mese, dal decollo della Crew Dragon, e un quinto è fissato per il 30 giugno, per portare in orbita un satellite Gps.

Chi ha scaricato un’applicazione come Heavens above, che visualizza il passaggio di satelliti nel cielo sopra il luogo in cui si trova, avrà notato che negli ultimi mesi, in ogni momento della giornata, è quasi impossibile non trovare almeno qualche satellite targato Starlink che varca l’orizzonte. Ne vengono lanciati fino a 60 per volta con speciali crimagliere. Le loro orbite già disegnano una rete dalle maglie sempre più fitte che coprono quasi tutto il globo. Anche se siamo ancora lontani dai numeri che Musk si è dato come obiettivo: 12.000 satelliti (20 volte tanto), e poi altri 30.000 (con un costante ricambio di quelli che si deteriorano) promettendo connessione davvero ovunque, ad alta velocità (si parla di un Gigabit al secondo con latenza massima attorno ai 20 millisecondi) anche nei luoghi più remoti. Tutto questo ha un prezzo.


Così tanti oggetti in orbita significherà dover gestire il traffico. Per evitare scontri e manovre d’emergenza. Al momento non c’è un centro di controllo che sovrintende a tutto questo in maniera organica. Come ha raccontato alcuni mesi fa a Repubblica Holger Krag, responsabile del programma Space safety dell’Esa. Eventuali impatti darebbero origine ad ancora più detriti (leggi spazzatura) spaziali, con un potenziale effetto domino noto come “sindrome di Kessler”. Oltre a un sistema automatico che evita le collisioni di cui, secondo Starlink, sono dotati i satelliti, hanno anche a bordo un motore a ioni che termina la missione spingendo il singolo satellite in atmosfera, dove si disintegra completamente data la sua massa ridotta (ognuno pesa attorno ai 200 chili).

I satelliti starlink, che saranno (e già lo sono) la più grande costellazione mai lanciata, appaiono anche piuttosto luminosi, il che ‘inquina’, oltre alla visione del cielo notturno, anche e soprattutto le osservazioni scientifiche. Per questo, Starlink sta lavorando a una serie di rimedi, come dei parasole per schermare la luce solare che viene riflessa, una speciale tinta per evitare di luccicare troppo e un assetto ‘di taglio’ una volta raggiunta l’orbita operativa.

Espedienti adottati già sui satelliti decollati a giugno.

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