Splashdown dell’Apollo 13, storia di “un fallimento di successo”

Splashdown dell’Apollo 13, storia di “un fallimento di successo”

Il 17 aprile 1970, alle 12 e 07, il modulo di comando dell’Apollo 13 finì la sua epica missione con uno spettacolare ammaraggio (in gergo, splashdown) nell’oceano Pacifico. A bordo c’erano 3 astronauti che loro malgrado avevano fatto la storia: James Lovell, John Swigert e Fred Haise.

Erano partiti l’11 aprile, destinazione la Luna. Ma non ci arriveranno mai. A quasi 56 ore dal decollo, quando l’Apollo era a 330mila chilometri dalla Terra, una esplosione in un modulo di servizio li lascerà a corto di ossigeno ed energia elettrica, con la speranza di restare vivi appesa a un complicatissimo ritorno. Fu allora che, 26 secondi dopo l’esplosione, Swigert disse la famosa frase: “Ok Houston, abbiamo avuto un problema”. Da quel momento il mondo seguì con il fiato sospeso l’impresa dei 3 astronauti, che cinquant’anni dopo la Nasa definì “un fallimento di successo”. Fu il responsabile della missione a Houston , Gene Kranz, a suggerire la strategia per rientrare con la navicella spaziale seriamente danneggiata.

Dal momento del ritorno a terra, i 3 astronauti divennero eroi: due settimane dopo, Swigert e Lovell erano i protagonisti della parata del Primo Maggio a Chicago salutati dalla folla con fiori e coriandoli. Nel 1994 l’intera vicenda è diventata un film di grande successo, scritto fra gli altri dallo stesso Lovell, che compare come capitano della nave di recupero.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *