Si torna a parlare di Apple Car, ma per i media Usa “è come il mostro di Loch Ness o il bigfoot”

Si torna a parlare di Apple Car, ma per i media Usa “è come il mostro di Loch Ness o il bigfoot”

Ci risiamo: una famosa ingegnere della Ford, Desi Ujkashevic, da 31 anni al lavoro nel colosso di Detroit e ultimamente a capo del settore “Automotive Safety Engineering”, la scorsa settimana è stata assunta alla Apple per lavorare al progetto della iCar. E in rete si è scatenata di nuovo la caccia alle indiscrezioni sul debutto dell’attesissima auto a guida autonoma dell’azienda degli iPhone. Il copione è sempre lo stesso ma, stavolta, c’è un’importante novità: i media americani, ora prendono in giro la Apple, il suo progetto automobilstico e paragonano la sua macchina al Bigfoot o al mostro di Loch Ness.

Le voci su un’auto Apple insomma iniziano a stancare, vanno avanti da troppo tempo, fin dalla morte di Steve Jobs. E l’atteggiamento dei media americani è solo la punta di un gigantesco iceberg di malumore. D’altra parte non si può ignorare il fatto che a differenza di Sasquatch e Nessie, alla Apple stanno lavorando sodo al progetto, che ha preso il via ufficialmente il 2014, battezzato dallo stesso Tim Cook, ceo onnipotente dell’azienda, con il nome di “Progetto Titan”. Ufficiale anche il coinvolgimento nel progetto dell’ex dirigente di Ford Doug Field, l’ingegnere Steve Zadesky e il responsabile della ricerca e sviluppo di Mercedes-Benz per il Nord America Johann Jungwirth, che però da allora hanno lasciato l’azienda.

Ci sono state anche visite ufficiali di Tim Cook nelle cattedrali dell’auto. Come quella clamorosa del 2015 quando andò in Germania per incontrare i vertici Bmw e quando poco dopo i dirigenti Apple si recarono a Lipsia per esaminare la produzione della i3 EV della casa automobilistica.

Poi altra sortita ufficiale nel 2018, quando la Apple annunciò un accordo con il Gruppo Volkswagen per convertire i furgoni T6 Transporter della casa automobilistica in navette autonome per i dipendenti del nuovo campus della Silicon Valley.

Nel frattempo la i3 è uscita di produzione, la Volkswagen ha cambiato idea (ha investito 2,6 miliardi di dollari nella Argo, sostenuta da Ford, con il suo nuovo minivan elettrico ID), i migliori talenti del settore automobilistico hanno abbandonato l’Apple che però ne ha assunti altri e caparbiamente va avanti con il suo progetto Titan. Certo, con una capitalizzazione di mercato di quasi 2,5 trilioni di dollari e una riserva di oltre 200 miliardi di dollari in contanti, Apple può fare quello che vuole, nella fattispecie tenere aperto un programma complicato come quello dell’auto senza mai produrre nulla. Magari aspettando tempi migliori. Ma, è questa la domanda, quale momento più propizio di questo, con una violenta transizione verso l’elettrificazione e la crescente importanza del software nelle auto?

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