Samsung Galaxy Z Flip 5G, il futuro in anteprima

Samsung Galaxy Z Flip 5G, il futuro in anteprima

Partiamo da una domanda inevitabile: abbiamo bisogno di un smartphone pieghevole? La risposta è, ovviamente (e scusateci per l’ovvietà), dipende. Di primo acchito risponderemmo che dipende dall’uso che facciamo dello smartphone e da come ce lo portiamo appresso e dove lo teniamo. Ma a ben vedere dipende maggiormente da quello che faremo con uno smartphone pieghevole, cose che oggi non immaginiamo di voler fare, o che facciamo in un altro modo. Ricorderete certamente quando è arrivato l’iPod e in tanti hanno pensato, “si, è carino, sembra comodo, è divertente, ma ci sono centinaia di altri lettori mp3 che fanno bene il loro lavoro, che ci faccio con un iPod?”. E in tanti, anzi tutti, hanno poi scoperto cosa farci, soprattutto perché l’iPod si è evoluto, sono arrivate le app e gli smartphone modellati su di esso. E in quanti hanno considerato le interfacce touch un semplice passatempo all’inizio, dato che per una vita erano andati magnificamente avanti con tasti e pulsanti?

Lo Z Flip di Samsung è una primizia, uno smartphone di nuova generazione, solo pochi altri modelli sono arrivati sul mercato in precedenza, il Flexipai della cinese Royole un anno fa e il Razr 5G di Motorola poche settimane prima dello Z Flip. Ma al di la dell’ordine d’arrivo stiamo parlando comunque di, ci si passi l’esagerazione, prototipi. Non perché siano incompleti o imperfetti, anzi, sono macchine che hanno già adesso una maturità notevole e pochi difetti, ma perché essendo quello dei “foldable” un territorio completamente nuovo le evoluzioni, i miglioramenti, le innovazioni possibili potrebbero essere moltissime e in tempi relativamente brevi.


Fondamentale però, proprio perché si tratta di una novità assoluta, porsi nuovamente la domanda iniziale: ci serve davvero uno smartphone con lo schermo pieghevole? Non faranno la fine di altri device innovativi quanto al momento inutili come, per dire, i Google Glass? La riposta, dopo una prova dello Z Flip di Samsung è, dopo il “dipende” iniziale, un sincero si, è possibile che ci servano.

Partiamo da una considerazione molto semplice: gli smartphone di dimensioni ampie, con uno schermo dignitosamente grande, hanno avuto molto successo negli ultimi anni, perché è cambiato il nostro modo di usarli e il video ha preso il sopravvento. Fare video chiamate, vedere le clip su Youtube o Facebook, ma anche passare un po’ di tempo con i videogiochi è obbiettivamente meglio se lo schermo è grande, per non parlare poi delle necessità professionali o di studio, come prendere appunti o scrivere. Ma allo stesso tempo avere smartphone grandi è relativamente scomodo, li teniamo quasi sempre in mano, visto che nelle tasche davanti dei pantaloni non entrano e in quelle dietro corrono molti rischi, e nelle borse occupano un discreto spazio. Li appoggiamo ovunque capiti, dunque, perché tenerli sempre con noi è spesso difficile.

Bene, lo Z Flip risolve il secondo problema salvaguardando il primo. E’ uno smartphone con uno schermo di notevoli dimensioni, 6.7 pollici, se viene aperto, ed è un oggetto molto piccolo quando è chiuso. Quando è chiuso ha ovviamente uno spessore rilevante, parliamo di 17.3 millimetri, quando è aperto lo spessore è di 7,2 millimetri, in linea con tutti gli altri smartphone (anzi sei millimetri in meno del Galaxy S20+, che ha un simile schermo da 6.7 pollici), il peso è di 183 grammi (contro i 186 del Galaxy S20+). Si può dire, quindi, che è un oggetto molto comodo, perché una volta chiuso sta comodamente nella tasca davanti dei pantaloni e altrettanto comodamente persino in una borsetta piccola. E una volta aperto è grande e comodo da guardare. Anzi, nella modalità 22:9 è spettacolare da guardare, perché lo schermo diventa panoramico per scattare foto e girare video, ma anche per guardare clip su Youtube o giocare a qualche videogioco sia quando avviene automaticamente sia usando la possibilità di zoomare per riempire lo schermo. Non solo: la pieghevolezza ha dei vantaggi evidenti oltre a quello di ridurre le dimensioni per la portabilità, perché permette di posare lo smartphone sulle superfici e mettere lo schermo a 90 gradi, quindi avere una parte dello schermo piatta davanti a noi e una parte rialzata. Ad esempio quando si scrive una mail questo rende facile usare le dita delle due mani per scrivere (certo questo è un problema per gli adulti, visto che i giovanissimi scrivono sulle tastiere degli smartphone con grande agilità e con una mano sola da tempo immemorabile) riducendo errori e perdite di tempo. E a smartphone aperto si leggono bene i giornali on line sullo schermo lungo e anche Facebook. Schermo che può, come in molti altri smartphone, essere diviso in due, ma in maniera più utile e comprensibile già alla vista.

Già questi sarebbero buoni motivi per recensire positivamente il device, che ovviamente ha tutte le caratteristiche di uno smartphone di alto livello. Il display è Amoled, la risoluzione 2.636×1080 pixel, il formato del pannello è inedito, 21,9:9, assai stretto e lungo, ma proprio per questo per molti versi interessante. E’ protetto da un vetro Ultra Thin Glass sopra al quale è stato applicato un sottile strato protettivo, per aumentare la resistenza ai graffi. Il Gorilla Glass di ultima generazione è decisamente più resistente e quindi il device, aperto, va trattato con molta più cura di uno smartphone normale. Ma il pannello principale è comunque protetto dalla chiusura, e quando lo portiamo in giro lo smartphone, ragionevolmente, resta chiuso e la copertura ha invece un classico Gorilla Glass 6. La piega al centro dello schermo c’è e si vede. Ma, bisogna ammettere, ci si fa molto caso all’inizio dell’utilizzo e rapidamente ci si abitua, fino a non farci più caso, o a considerarla parte necessaria della visione se si usa lo schermo angolato. A telefono chiuso c’è un piccolissimo display esterno, che non si limita a darci orario e livello di carica, ma anche le notifiche, ancorché talmente piccole da essere illeggibili, e di permette di accettare o rifiutare le chiamate. Il mini display consente anche di sfruttare la dual cam per scattare dei selfie e, con molto sforzo, vederli.

Lo schermo pieghevole poi può essere usato, poggiando il device su un piano, per scattare foro senza cavalletto, per foto che richiedono maggior esposizione, ad esempio, ma anche per qualche autoscatto più stabile. E sono facilitate anche le videochiamate, con Google Duo ad esempio, sempre appoggiando lo smartphone su un piano senza doverlo tenere in mano. Il suono è mono, il display è solo FHD+, ma questo aiuta il consumo della batteria, consumi che in standby sono ridottissimi e che con un uso prolungato sono decisamente sufficienti a far arrivare il device a fine giornata senza dover ricaricare. C’è la ricarica wireless con standard Qi a 9 W e caricabatterie in confezione da 15 W. Il processore è uno Snapdragon 855+, 8 giga di RAM, 256 giga di memoria non espandibile, fotocamere che fanno in maniera più che soddisfacente il loro mestiere, due posteriori, una principale dal 12 MP dual pixel, un grandangolo da 12 MP, con possibilità di girare video in 4K a 60 frame per secondo, e una anteriore da 10 MP, con il supporto dei comandi vocali per i selfie e i video in 4K a 30 frame per secondo. La connettività è completa, con Bluetooth 5.0, Wi-Fi 6, NFC, e una porta USB Type-C. C’è lo scanner per le impronte e il riconoscimento del volto, e il sistema operativo è Android 10 con la personalizzazione Samsung. E c’è uno slot per nanoSim e eSim.

Il prezzo è elevatissimo, quindi parliamo di uno smartphone davvero per pochissimi. Ma è un primo passo in una direzione estremamente interessante verso il mondo dei “post-smartphone” che i nuovi device ci stanno mostrando, per forma e potenzialità.
 

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