Quando il “Quinta”, Negri, Groppi e “nonno Internet” fecero I.NET e la storia

Quando il “Quinta”, Negri, Groppi e “nonno Internet” fecero I.NET e la storia

“I nostri clienti avranno la loro scrivania ovunque ci sia un computer”. Che se lo dici oggi ti appare scontato. Ma nel 1994 era fantascienza. In quell’anno a Milano, il 13 giugno, nasce una società con questa promessa e questa visione del futuro. Si chiamava I.NET e ha fatto la storia dell’Internet italico. E’ stato il primo fornitore di servizi Internet per le aziende (ISP, Internet Service Provider); e il primo unicorno italiano legato a Internet, quando la sua valutazione superò il miliardo di euro. Va ricordato sempre che buttarsi su Internet all’epoca era una cosa da folli: Jeff Bezos fondò Amazon un paio di settimane più tardi, e per Google sarebbe stato necessario attendere qualche anno. Chi furono i folli che nel 1994 in Italia parlavano di un mondo in cui le persone avrebbero avuto la loros scrivania là dove stava il loro computer? 

Marco Negri era nato a Milano nel 1961, appassionato di cibernetica, si era laureato alla Statale in informatica sotto la guida del maestro Gianni Degli Antoni e per qualche anno aveva progettato e gestito le prime reti Internet  fino al 1993, quando con Franco Groppi aveva fondato una società. I due nel 1994 si uniscono a Stefano Quintarelli, destinato a diventare una delle figure chiave dello sviluppo di Internet in Italia: nel 1985, in occasione di una famosa nevicata, propose di realizzare un sistema per prenotare online gli esami universitari, il solito Degli Antoni lo invitò a farlo e effettivamente lo fece; da lì aveva fondato la prima associazione studentesca che si occupava di informatica (i MI.NE.R.S.) e nel 1994 era pronto al grande salto.

Così lo stesso Quintarelli in una intervista molto tempo dopo: “Quando avviammo il progetto avevamo pensato ad un “consorzio per le reti” con la collaborazione di altre aziende, in realtà le numerose “porte in faccia” ricevute ci hanno fatto cambiare strada, finchè non abbiamo trovato un business angel, una società di informatica (Etnoteam) il cui presidente Roberto Galimberti ha accettato di seguirci e il cui ruolo è stato fondamentale”. E veniamo al quarto moschettiere: Roberto Galimberti, ex ingegnere Italtel che aveva lasciato nel 1980 per entrare in Etnoteam, una società nata due anni prima per sviluppare Internet in Italia. Galimberti aveva 20 anni più dei tre studenti, “mi chiamavano nonno Internet”. I.NET decolla: secondo un resoconto “nella sede di Via Caldera, due anni dopo, erano ospitati i server dei maggiori quotidiani italiani e della Borsa su scaffali metallici imbullonati”. Nel 2000 la quotazione in Borsa, poco prima dell’esplosione della bolla della dot.com: Galimberti ricorda “siiamo partiti da 120€ e dopo 4 ore abbiamo fatto 360€ come prezzo di apertura”. nel 2008 è stata incorporata in British Telecom. I fondatori erano già usciti da un po’. 

Nel 2014, in un momento di amarcord, commentando un documento in cui veniva citato l’obiettivo della scrivania ovunque fosse il personal computer, Quintarelli dirà: “Una vision funziona quando dura nel tempo, va oltre la moda ed il momento. Cosa non facile nel settore internet che corre come un disperato. Giusto per contestualizzare questa, era del 2000. E la prima linea disegnava un futuro cui ci stiamo approssimando, dopo 14 anni… All’epoca non c’era il DSL, si andava di modem o ISDN. Men che meno c’erano sistemi di virtualizzazione, cloud, ecc. il termine “data centre” non si usava. Qui c’erano tutti i nostri valori: dalla centralità del Cliente (guai a scriverlo con la minuscola!) alla formazione continua, all’imprenditorialità di ciascuno (e quindi azienda partecipata, inclusiva e trasparente (per dire, il piano strategico era accessibile a tutti)), ai ruoli centrali nell’ecosistema italiano, alla sponsorizzazione di associazioni, iniziative culturali, ecc.”. 

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