Né maschio né femmina: Siri diventa gender neutral

Né maschio né femmina: Siri diventa gender neutral

Nella nuova beta di iOS, il sistema operativo degli smartphone di Apple, c’è sorpresa per gli Stati Uniti: una versione di Siri, l’assistente vocale di Apple, “gender neutral”, né maschio né femmina. Cioè, il cui timbro di voce è stato esplicitamente realizzato da Apple per essere meno esplicitamente maschile o femminile. 

Questa soluzione, una “voce senza genere” o “gender neutral” come viene scritto dagli osservatori di lingua inglese, per adesso è limitata alla sola voce in inglese americano e fa parte dello sforzo di Apple di offrire delle scelte per il suo assistente virtuale che non siano esplicitamente connotate sulla base di un genere o di un tipo di dentità. Già da tempo, infatti, Siri ha una voce maschile oltre a quella femminile di origine (anche in italiano), come riconoscimento della non-subalternità dell’identità femminile, cioè che non deve essere ridotta a un ruolo di “assistente” in quanto voce femminile. Ma non solo.

Sempre negli Usa Apple l’anno scorso ha registrato due altre voci (una maschile e una femminile) lavorando con la voce di due attori afroamericani, cioè due voci che alle orecchie di una persona madrelingua inglese suonano come le voci di due persone di colore. Adesso la nuova voce “neutra” è stata registrata, ha dichiarato Apple alla stampa statunitense, partendo da una serie di voci di membri della comunità Lgbt+ (la sigla che indica le persone con altri orientamenti sessuali e altre identità di genere oltre a quelli eterosessuali e cisgender, cioè che di chi si identifica con il proprio sesso biologico) per avere una voce che rappresentasse una diversità rispetto alle consuete voci culturalmente connotate come maschili e femminili. 

Quando la versione 15.4 di iOS, attualmente in fase di test finale, verrà rilasciata, la “Voice 5” della versione americana di Siri avrà così un tono esplicitamente androgino. Anche se, ascoltandola più attentamente come hanno fatto negli Usa, è possibile notare un curioso effetto: persone diverse una sola volta tendono a identificarla con una voce di genere maschile o femminile, e riascoltandola a distanza di qualche tempo la percepiscono in maniera differente, alternativamente di un genere o dell’altro. È probabilmente un effetto percettivo simile a quello del vestito che nel 2015 era diventato famoso perché visto, a seconda di chi lo osservata, di colore blu oppure dorato. Oppure la conferma che molte delle assunzioni che facciamo sui generi e l’identità sono nelle nostre orecchie e non nelle voci che sentiamo.

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