Monitor, router, scrivanie… strumenti di lavoro per il remote working

Monitor, router, scrivanie… strumenti di lavoro per il remote working

Prima della pandemia, il 38 per cento degli italiani non aveva un computer in casa. Per accedere a internet usava uno smartphone, e questo bastava. Ma il lavoro da remoto, la didattica a distanza, l’ecommerce e tante altre attività hanno spinto molti all’acquisto del primo pc. Uno tsunami partito già all’indomani del primo lockdown, che ha ridisegnato completamente il mercato consumer a livello globale.

Il computer è tornato al centro della tecnologia domestica. Chi ha ricavato una postazione per il pc da qualche parte, chi ha acquistato appartamenti più grandi prevedendo di lavorare da casa in futuro, chi ancora ha lasciato la città per un piccolo centro, purché ben connesso, dove abbracciare un diverso stile di vita.
L’idea dell’ufficio in casa ha portato una nuova consapevolezza delle cose che ci circondano. La poltrona di design, ad esempio, non deve essere solo bella ma anche comoda, da poterci passare ore seduti senza rischiare il mal di schiena. Così un nome storico dell’arredamento da ufficio come Herman Miller si allea con Logitech, colosso degli accessori hi tech, per una linea di sedute ad hoc. Dall’altra parte, aziende che finora avevano in catalogo solo mobili per la casa hanno ripensato la loro produzione in vista dell’ufficio domestico, e così tavoli da pranzo diventano scrivanie da lavoro, con tanto di passacavi e supporti per computer e tablet. Il passaggio da un uso all’altro è ancora più semplice con gli accessori. Come il carrello Boby di B-Line, disegnato da Joe Colombo nel 1970, che diventa un contenitore per caricabatterie e cavi, da nascondere nei cassetti, mentre il nuovo ripiano in legno o sughero torna utile sia per scrivere dal divano (sempre sconsigliabile), sia per accogliere il vassoio col tè.

Luce, aria, suoni: l’atmosfera di casa ha le sue caratteristiche speciali, e non sempre sono ideali. Così da una parte si cerca di rendere l’ambiente domestico più salubre, con lampade, purificatori, umidificatori, diffusori di essenze. Dall’altra si punta sull’isolamento: primo passo, uno speaker che suoni la musica preferita, e se non basta, cuffie a cancellazione di rumore per sopportare meglio il vicino rumoroso. Dyson va oltre, e presenta Zone, un ibrido tra un paio di cuffie ANC e una maschera che purifica l’aria. Al momento non è ancora in vendita, ma fra qualche mese potrebbe fare la felicità di chi ama l’umanità come concetto astratto, e tuttavia preferisce mettere una certa distanza tra sé e gli altri esseri umani. Distanza che per alcuni è parte integrante del mestiere: non solo chi lavora da remoto (telelavoro o smart working che sia), ma pure chi trasforma la stanza degli ospiti in studio di registrazione, e da lì si presenta al mondo intero, almeno potenzialmente. Come spieghiamo nell’articolo successivo, nelle live in streaming ogni dettaglio è importante; non basta una buona sedia, una scrivania hi tech, un computer al di sopra di ogni sospetto, una webcam potente: anche il microfono conta. Per le parole e anche per la comunicazione non verbale, come nel caso del Razer Seiren Emote, che ha un piccolo display per mostrare emoji e icone mentre si parla.  

E su tutto, fondamentale la connessione wi-fi: via rete mesh, con i nuovi sistemi Tp-Link Deco XE200 con Wi-Fi 6E, con un router potente e flessibile come il FRITZ!Box 7590 AX di AVM, o magari con uno portatile con connessione 5G, ad esempio il D-Link DWR-2101.
Per lavorare ovunque, ufficialmente, ma anche per staccare un attimo con sport e serie tv in streaming.

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