L’equazione della felicità. Giocando con lo smartphone

L’equazione della felicità. Giocando con lo smartphone

Felicità: la desideriamo tutti, ma non abbiamo un’idea precisa di cosa sia e di come raggiungerla. Pensiamo sia materia per filosofi e pensatori. Ci sono studi, però, che vanno in una direzione inaspettata: applicare alla felicità i principi della matematica. È quanto stanno facendo alcuni neuroscienziati della Yale University e della University College London: “Il nostro obiettivo è sviluppare equazioni matematiche che spieghino come gli esseri umani prendono decisioni, descrivere i fattori che determinano sentimenti come la felicità e comprendere la relazione tra la felicità e le decisioni che prendiamo”.

Un nuovo approccio.  Può esistere davvero un’equazione della felicità? Il punto non è ottenere un teorema di Pitagora della felicità ma utilizzare un approccio scientifico per carpirne i segreti. Non è la prima volta che accade: qualche anno fa, ci aveva provato Mo Gawdat, un ingegnere che era ai vertici di Google. Aveva usato il suo talento ingegneristico e le sue competenze logiche e di problem solving per ottenere una formula per la felicità. Lo aveva fatto attraverso elaborazioni personali. Gli scienziati di New Haven e Londra, invece, stanno cercando l’equazione della felicità chiedendo a tutti noi di collaborare.

Grazie a The Happiness Project è sufficiente scaricare gratuitamente un’app da Google Play o App Store e metterci a giocare. Bastano meno di cinque minuti per contribuire alla ricerca – spiegano gli autori del progetto – chiarendo come alla base della loro idea vi sia la difficoltà di razionalizzare uno stato d’animo così complesso e diverso per ognuno di noi: “La felicità è davvero complicata: può cambiare rapidamente ed è diversa per tutti. Stiamo cercando di catturare questa soggettività e ottenere una visione più completa di cosa sia”.

Il significato dei giochi nell’app. Ognuno dei quattro giochi dell’app, mentre giochiamo, scruta il nostro comportamento per scoprire un particolare aspetto della felicità. Nel gioco dei pesciolini, i neuroscienziati osservano come, quando dobbiamo decidere se fare o meno una certa cosa, la nostra decisione spesso non riguardi solo la cosa da fare ma anche l’impegno che occorre per ottenerla. La felicità dipenderà dallo sforzo profuso? Se sì, in che misura? Gli scienziati non lo sanno: giocando a catturare i pesciolini, lo sapremo tutti.

L’approccio è simile anche per gli altri giochi: “Per le decisioni grandi e piccole nella vita, spesso ci troviamo di fronte a un dilemma: scegliamo un’opzione che è rischiosa ma che potrebbe essere altamente gratificante o una sicura ma meno gratificante? Vogliamo sapere se quanto ci sentiamo felici mentre ci accadono cose buone e cattive può spiegare perché alcune persone corrono più rischi di altre”, dicono gli studiosi nel presentare un altro gioco del loro esperimento collettivo.

Risultati e aspettative della ricerca. Gli autori, enfatizzandone il carattere collaborativo, descrivono l’esperimento come un progetto di “citizen science” del quale tutti i cittadini sono parte attiva anche in fase di apprendimento dei risultati, impegnandosi a renderli pubblici in tempo reale: “Portiamo gli esperimenti di neuroscienza fuori dal laboratorio e li mettiamo sul tuo smartphone. Ogni gioco fornisce dati che saranno utilizzati nella ricerca scientifica reale. Pubblicheremo i risultati dei nostri studi su riviste scientifiche e potrai sempre leggere le nostre scoperte online”, promettono i ricercatori.

Come risultato, però, non aspettiamoci una “formuletta” alla E=mc2. “Non ci sarà mai” – assicurano gli scienziati – rivendicando altresì l’unicità e il valore del loro esperimento nel nuovo approccio con cui “la scienza potrà aiutare a spiegare i diversi fattori che contano per la felicità in ognuno di noi”.

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