Le Sony WH-1000XM5 sono davvero le migliori cuffie a cancellazione di rumore sotto i 500 euro? Ecco la nostra prova

Le Sony WH-1000XM5 sono davvero le migliori cuffie a cancellazione di rumore sotto i 500 euro? Ecco la nostra prova

Era difficile andare oltre le WH-1000XM4, unanimemente considerate tra le migliori cuffie a cancellazione di rumore degli ultimi anni. Eppure Sony ci è riuscita, col nuovo modello, che ovviamente si chiama WH-1000XM5 ed è stato presentato il mese scorso. 

A sinistra, le Sony WH-1000XM4 nella loro custodia, a destra le WH-1000XM5

In punta di dita

I controlli principali delle Sony WH-1000XM5 sono molto simili a quelli delle generzioni precedenti, e sfruttano un pannello touch capacitivo sul padiglione destro. Eccoli:

  • Scorrimento verso l’alto: volume su 
  • Scorrimento verso il basso: volume giù
  • Scorrimento del dito in avanti: brano successivo 
  • Scorrimento del dito indietro: brano precedente
  • Pressione al centro: assistente vocale
  • Doppio tocco al centro: pausa / ripresa
  • Mano a coppa: passaggio alla modalità suono ambientale

Sul padiglione sinistro delle WH-1000XM5 sono presenti due pulsanti: uno per l’accensione e uno per la modalità ANC. Premendo brevemente il pulsante di accensione la voce dell’assistente integrato comunicherà la percentuale di carica rimasta. Tenendolo premuto per tre secondi si avvia la modalità di abbinamento. Le WH-1000XM5 possono essere collegate a due dispositivi contemporaneamente, per non preoccuparsi di perdere una chiamata se si sta guardando Netflix sul computer. 

Premendo il pulsante NC/AMB si attiva la cancellazione del rumore. È possibile selezionare le modalità ANC, ANC off o Ambient sound: quest’ultima consente di sentire tutto ciò che accade intorno, perché i microfoni riprenderanno e trasmetteranno i rumori esterni.

Nella parte inferiore del padiglione destro c’è una porta USB-C, che consente di ricaricare le cuffie. Buona la durata delle batterie, circa 30 ore, e bastano solo tre minuti di ricarica per 180 minuti di riproduzione. Se non si dispone di un cavo USB-C è sempre possibile utilizzare il cavo da 3,5 mm per la riproduzione analogica; purtroppo però, non è possibile caricare le cuffie e ascoltare musica allo stesso tempo: non appena si collega il cavo USB-C alle XM5, queste si spengono automaticamente. Non funziona nemmeno la connessione via cavo audio standard, che pure non dovrebbe implicare l’uso della batteria. 

Tramite un sensore nel padiglione sinistro le cuffie sono in grado di rilevare quando non vengono utilizzate, per interrompere la riproduzione, e riprenderla quando si indossano di nuovo. La funzione era già presente nella precedente generazione, ma qui funziona finalmente in maniera impeccabile.

L'imbottitura dei padiglioni è abbondante e confortevole
L’imbottitura dei padiglioni è abbondante e confortevole 

Silenzio

Da una parte la cancellazione del rumore limita l’interazione con l’ambiente esterno, dall’altra permette di ascoltare meglio la musica. Le due cose sono collegate, ma la prima forse è più importante: nel senso che le cuffie Sony si possono usare anche solo per godere del silenzio. La cancellazione del rumore è ancora migliorata rispetto a quella, già eccellente, delle WH-1000XM4. Non solo in quantità, ma anche in qualità: oltre che sulle basse frequenze, stavolta interviene più incisivamente anche quella medie e alte, e rende le voci sono meno fastidiose, anche se non le maschera del tutto (il bambino che piange di fronte a voi in treno si sentirà ancora, a meno di alzare parecchio il volume). L’ANC funziona analizzando i suoni esterni e generando impulsi uguali e contrari, un processo che richiede un minimo di tempo di elaborazione, e il risultato con suoni che non siano prolungati o ripetitivi non è mai perfetto. Ma la tecnologia Sony è ai massimi livelli, e se quella delle XM5 non è la migliore cancellazione sul mercato, è certo tra le prime due o tre.  

Anche sulle 1000XM5 coprendo il padiglione auricolare destro con la mano il volume si abbassa istantaneamente ed è possibile ascoltare i suoni esterni; una funzione utile ad esempio in aereo, per seguire gli annunci del pilota. Con Speak to Chat, poi, le cuffie vanno automaticamente in pausa ogni volta che si inizia a parlare. Il rilevamento della voce funziona bene in ambienti poco rumorosi, ma nonostante la sensibilità sia regolabile, qualche volta si attiva anche in presenza di rumori come bus o tram. 

L’app

Per ottenere il massimo dalle XM5 serve l’app Sony Headphones Connect (disponibile su iOS e Android). Non solo è necessaria per funzioni come l’ottimizzazione dell’ANC, il 360 Reality Audio e un equalizzatore personalizzato che salva le impostazioni direttamente nelle cuffie, ma è anche l’unico modo per aggiornare il firmware delle cuffie (in un mese di prova è già successo due volte). Sempre dall’app, è possibile impostare un assistente vocale, sempre attraverso l’app: le Sony funzionano con Google Assistant, Alexa e Siri, anche se quest’ultima non è indicata sulla confezione.

Va sottolineato tuttavia che l’app Sony Headphones Connect presenta anche qualche aspetto che lascia perplessi. In particolare per quel che riguarda l’utilizzo delle informazioni personali. Funzioni come il Fast Pair di Google, ad esempio, richiedono un livello di condivisione dei dati che può risultare inquietante. Non da meno è la condivisione dei dati di localizzazione, che serve sia per Find My Device tramite Android (consente di localizzare il luogo dove per l’ultima volta si sono connesse allo smartphone), sia per attivare una specifica modalità di cancellazione del rumore, ad esempio totale in treno e ridotta quando si è a casa. Analogamente, la richiesta di foto delle orecchie può risultare un po’ fastidiosa, ma questi dati secondo Sony vengono utilizzati solo per calibrare il segnale delle cuffie e implementare l’audio a 360 gradi.

Il suono

Il suono di queste Sony è molto preciso in ogni banda audio. Il basso è poderoso ma non eccessivo (ad esempio su Unfinished Sympathy dei Massive Attack o su Dancing and Blood dei Low). I toni medi sono dettagliati, chitarre e voci vengono fuori con grande naturalezza: merito, immaginiamo, anche dei nuovi driver con diametro da 30 mm. Certo, Running Up That Hill di Kate Bush suona sempre un po’ compressa, ma le voci e gli strumenti sono nitidamente localizzabili nello spazio sonoro; va ovviamente meglio con una registrazione recente, come Shadows, dall’ultimo album di Bonobo, dove tutte le percussioni e i synth sono ben distinti e il ritmo viene reso con grande precisione. Lo stesso può dirsi per Trials Of The Past, di SBTRKT, che in più presenta delle note basse assai difficili da riprodurre ad alto volume senza distorsione: ma non per le Sony, che ci riescono alla grande. Proviamo ad andare ancora oltre, con Koyaniaanisqatsi di Philip Glass, dall’omonimo film del 1982. Le voci sono profondissime, l’organo abissale, e sempre senza traccia di artefatti digitali, distorsione o compressione del segnale: un risultato eccellente. Mystery Of Love, invece, è lieve e sognante, con la sovrapposizione di voci di Sufjan Stevens molto trasparenti e i vari strumenti tutti perfettamente isolati e perfettamente amalgamati.   

Infine, un brano completamente diverso: Pie Iesu, dal Requiem di Gabriel Fauré cantato da Cecilia Bartoli, emozionante per come la voce della cantante viene resa nelle sue varie sfumature, mentre l’orchestra crea un tappeto evanescente di suoni.   

Le cuffie sono compatibili con lo standard LDAC di Sony, non diffusissimo, e con l’audio a 360 gradi (ma non con lo Spatial Audio di Apple Music). Secondo l’azienda giapponese, il motore DSEE Extreme è in grado di riportare la musica compressa a una qualità quasi da alta risoluzione; noi abbiamo notato qualche miglioramento ma l’effetto non è lo stesso su tutti i brani. 

Ottima la qualità audio delle chiamate, grazie agli 8 microfoni di cui sono dotate: i rumori esterni sono appena udibili, la voce viene catturata con grande chiarezza. 

A sinistra, le Sony WH-1000XM4, a destra le WH-1000XM5

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