La rivoluzione di Android si chiama Niagara: queste sono le interfacce del futuro

La rivoluzione di Android si chiama Niagara: queste sono le interfacce del futuro

Un mondo di telefoni con un’interfaccia che sembra fantascienza. Flessibile, curata, colorata. Ognuna diversa dalle altre. È il mondo di chi fa le modifiche al software, le mod che permettono di personalizzare al massimo l’interfaccia dei telefoni Android, saltando quella di Google e di produttori come Samsung e Huawei.

Dietro alla rivoluzione estetica tascabile del XXI Secolo c’è un tedesco di appena 21 anni, Peter Huber, che studia per la laurea in Informatica e ci ha detto che “grazie all’eccezionale supporto della mia community posso pagare una piccola squadra che lavora con me e spero trasformare questo hobby nel mio lavoro a tempo pieno e di rimanere indipendente”. 

L’hobby si chiama Niagara, come le cascate. È un launcher per Android, cioè un’app che permette di cambiare l’aspetto dell’interfaccia, organizzando lo spazio di interazione (il modo con il quale funziona l’interfaccia di Android) in maniera completamente diversa da quelli standard. Se viene usato assieme a un altro software di programmazione su smartphone che si chiama Klpw, permette di fare una vera e propria rivoluzione, rendendo un normale telefono Android un oggetto fantascientifico e modernissimo.

Android ha molti pregi, ma uno spicca sopra gli altri: la personalizzazione. Gli utenti del sistema operativo di Google, a differenza di quelli che usano gli iPhone di Apple, possono rivoluzionare tutta l’interfaccia e il funzionamento del telefono. Sinora è stata una prerogativa dei produttori, che progettavano le loro interfacce (cioè i loro launcher) come elementi distintivi rispetto alla concorrenza perché, alla fine, usano tutti lo stesso sistema operativo ed è difficile differenziarsi. Poi è arrivato Peter.

“Ho iniziato questo progetto nel 2016 – ci ha raccontato – perché non ero contento che i telefoni fossero diventati più grandi, ma la mia schermata iniziale rimanesse sempre la stessa. Raggiungere le mie app non era più divertente”. La prima incarnazione di Niagara rivoluzionava in maniera radicale l’approccio allo smartphone: una fila di app su un lato, che si adatta in maniera dinamica. Sopra quelle preferite, sempre in evidenza, ma scorrendo a destra con il dito si tirano fuori tutte le altre, in ordine alfabetico. Così il telefono si può usare con una mano sola, la schermata iniziale è pulita, le notifiche si vedono subito e il launcher è leggerissimo, cioè rende veloci anche i telefoni relativamente più vecchi o meno potenti: “La tradizionale schermata iniziale – ci ha detto Peter – è stata realizzata più di un decennio fa, quando gli schermi dei telefoni erano più piccoli di una carta di credito. Gli smartphone però continuano a crescere, ma non le nostre dita. Niagara Launcher è minimalista e rende tutto accessibile con una mano, permettendo di concentrarci su ciò che conta quando si usa il telefono”.

Poi, la Rete ha scoperto un’altra cosa: l’approccio minimalista di Niagara libera spazio e questo permette di essere creativi. Molto creativi. E torme di ragazzini si sono lanciati per personalizzare l’esperienza in maniera più radicale. Prima con sfondi colorati sempre più accattivanti studiati per creare un effetto completamente diverso, e poi l’interfaccia. Poi sono arrivati i widget, Peter ha ascoltato la community e ha reso sempre più flessibile Niagara, aggiungendo personalizzazioni programmabili. È diventato il più diffuso tra i launcher indipendenti come Nova, Total e (addirittura) il launcher indipendente di Microsoft. Niagara è gratuito, ma esiste una versione a pagamento (come Klpw) che sblocca le funzionalità avanzate. 

“Con l’aiuto della community di Niagara Launcher – ci ha detto ancora Peter – ho potuto assumere Max, un amico conosciuto all’università, come co-sviluppatore e fondare un piccolo studio indipendente”. La parte interessante è però la community. Divisa sul canale ufficiale su Telegram e Reddit, produce idee, modelli, template. Si condividono le immagini più belle, le configurazioni, i set speciali di icone per rendere il telefono un oggetto lunare. Si aiuta chi è alle prime armi e si scoprono cose nuove.

È un gigantesco laboratorio sociale per ripensare l’estetica e il modo di funzionamento (il design, cioè) dell’oggetto elettronico più diffuso sul pianeta. Gli smartphone sono nelle tasche dell’84% della popolazione mondiale, e dopo anni di pesanti launcher aziendali alternate a esperienze vanilla (cioè il launcher base di Google), è arrivato il momento per chi pensa in maniera diversa e sta adattando il design e l’ergonomia dell’interfaccia dei telefoni ai suoi desideri. Con Niagara è come se fosse nata una specie di Ikea digitale: finora le case degli smartphone erano vendute già arredate dai costruttori, adesso possiamo finalmente scegliere noi cosa metterci in tasca e non più i big della tecnologia.

Piani per il futuro? Peter non ha voluto sbilanciarsi, ma non perché voglia conservare segreti industriali. Ha un modello di sviluppo agile, preferisce ascoltare gli utenti e arricchire di piccole funzionalità rilasciate in tempi stretti la sua creatura. Va dove lo porta la community. Il suo è un piccolo studio che sta cambiando il modo con cui milioni di persone usano il telefono e che presto cambierà anche l’approccio dei designer industriali dei big tecnologici nella progettazione delle interfacce dei launcher standard.

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