La prova: Echo Show 15, con Alexa la smart tv diventa intelligente

La prova: Echo Show 15, con Alexa la smart tv diventa intelligente

Nel 2014, Amazon ha lanciato Echo, il primo e più fortunato smart speaker. Dopo molte generazioni e milioni di esemplari venduti, oggi la famiglia comprende diversi modelli, fra cui vari smart display, che uniscono all’assistente vocale Alexa anche un’interfaccia grafica. Oggi l’azienda di Seattle ne ha in catalogo tre. Il primo, l’Echo Show 5, è perfetto sul comodino, come una sveglia intelligente, gli altri due sono più versatili. L’Echo Show 8 ha uno schermo piuttosto ridotto, dunque è non è ideale se lo si usa da una certa distanza, come ad esempio in cucina. L’Echo Show 10, da 10 pollici, richiede un ampio spazio libero, altrimenti il display ruotante, muovendosi, rischia di sfracellare tazze e bottiglie. L’Echo Show 15, arrivato in Italia da qualche settimana, è pensato apposta per risolvere questo problema: si monta permanentemente su una parete, dove può essere posizionato in orizzontale o verticale (ma bisogna prima sganciarlo, la base non è girevole). 

Pensato soprattutto per la cucina, a vederlo sembra un quadretto, con tanto di passepartout che ne aumenta le dimensioni complessive: 40 cm di lunghezza per 25 di altezza, per 3,5 cm di sporgenza. Non proprio indifferente il peso, oltre 2 kg. Il cavo di alimentazione piuttosto corto (1,5 metri) ed è difficile nasconderlo, a meno di non avere un impianto elettrico predisposto, che però implica la volontà di tenere permanentemente lo smart display in un punto preciso della casa. Oppure di montarlo su uno stand, che però è opzionale e non offerto da Amazon.

Una tv davvero smart

Lo schermo dell’Echo Show 15 è superiore a quello di tutti gli altri Echo per dimensione (15,6 pollici) e per risoluzione (1920 x 1080 pixel), ma la qualità del pannello LCD non è entusiasmante. La visione fuori asse è migliorabile, e non c’è l’HDR, il che rende film e spettacoli più noiosi e più piatti rispetto a un normale televisore. Ma l’Echo Show è più di una smart tv: non solo perché c’è Alexa, ma anche perché lo schermo è touch. Quindi si può interagire in maniera immediata e intuitiva, e anche evitare le occasionali défaillance dell’assistente vocale. 

Amazon ha introdotto diverse novità nell’interfaccia, come i nuovi widget che possono essere aggiunti alla schermata principale, proprio come con uno smartphone, e mostrano le applicazioni delle varie app (o meglio skill) in tempo reale. Alcuni widget sono già disponibili, altri saranno aggiunti col tempo: e ce n’è bisogno, perché ne abbiamo contati appena nove. Niente YouTube, RaiPlay o Now TV, che possono essere gestiti per ora solo tramite il browser integrato. Silk funziona bene, ma trovarlo non è facile, e non c’è nemmeno un widget per lanciarlo. Bisogna dire ogni volta: “Alexa, apri YouTube.com”, e di solito funziona, ma con “Alexa, vai su Italian.Tech” abbiamo avuto meno fortuna. Prima o poi ci si troverà costretti a interagire via touchscreen, fosse pure solo per vedere un video a schermo intero.

C’è l’app di Amazon Prime Video, ovviamente, Amazon Music con i testi, per il karaoke, ma pure Netflix e Giallo Zafferano. Nella nostra prova, la sorpresa più grande è però arrivata da Sky: “Alexa, apri Sky Tg24” fa partire una serie di filmati del tg, che cambiano di frequente durante il giorno e sono un ottimo modo per essere informati in ogni momento. Come il vecchio telegiornale, ma con la possibilità di avere sempre l’ultima edizione a portata di voce. 

L’interfaccia utente è piuttosto rigida. Si possono attivare al massimo dieci widget, e solo cinque possono essere visualizzati in primo piano: gli altri vengono spinti a lato dello schermo. Non è possibile modificare le dimensioni dei widget, così alcuni sono inutilmente grandi, come gli adesivi, altri troppo piccoli, come la lista della spesa. 

A ciascuno il suo

Allora tutti vedono tutto? No, e qui entra in gioco la tecnologia Visual ID di Amazon, che riconosce le persone dall’aspetto e dalla voce, e mostra a ciascuno i contenuti che lo/la riguardano: eventi, promemoria, newsfeed, musica riprodotta di recente e note personali. È possibile impostare anche profili limitati per mostrare contenuti adatti ai bambini. È una funzione opzionale, e il riconoscimento facciale va abilitato esplicitamente, con un procedimento simile al Face ID dell’iPhone. Funziona piuttosto bene, ma ovviamente prevede che la telecamera sia sempre accesa. A tutela della privacy, Amazon sottolinea che l’elaborazione delle immagini per la funzione Visual ID avviene sul dispositivo stesso, non sul cloud. Il processore proprietario AZ2 Neural Edge permette all’Echo Show 15 di elaborare localmente e in parallelo gli algoritmi di computer vision e di riconoscimento vocale di Alexa.

La videocamera si può escludere (così come il microfono) con il consueto nottolino che la oscura fisicamente: e tuttavia, ci sono diversi motivi non farlo. Come altri smart display di Amazon, infatti, l’Echo Show 15 permette di monitorare l’ambiente in cui è utilizzato, trasformandosi in una sorta di security cam, ma anche di effettuare chiamate e collegamenti video. La piattaforma di Amazon si chiama Drop-in, tuttavia è possibile utilizzare anche Skype, e a breve Zoom. La fotocamera adotta un sensore da soli 5 MP, contro i 13 MP su Echo Show 8 ed Echo Show 10, quindi la qualità delle immagini è appena sufficiente; non c’è nemmeno la funzione automatica che mantiene chi parla al centro dell’inquadratura.

In compenso le dimensioni generose del display consentono di implementare al meglio il picture-in-picture, per avere ad esempio un feed da una telecamera e seguire una ricetta o guardare un programma tv. È possibile espandere questo feed a schermo intero e viceversa, e si può muovere il riquadro del picture-in-picture sul display, purché non copra l’area destinata ai widget. 

Echo Show 15 è uno smart display, non uno smart speaker: ed è infatti il secondo prodotto peggio suonante di Amazon, dopo Echo Flex, che però costa nel momento in cui scriviamo 14,99 euro. Suona piuttosto forte, ma i bassi sono inesistenti, i medi gracchianti, gli alti irritanti (quando presenti): per podcast, dialoghi di serie tv e audio dei telegiornali va anche bene, per la musica c’è decisamente di meglio. Di buono c’è che anche l’Echo Show 15 si può collegare via bluetooth a uno speaker esterno. 

Domotica

A differenza di tutti i modelli Echo di fascia alta che lo hanno preceduto – Echo di quarta generazione, Echo Plus, Echo Studio e Echo Show 10 di seconda e terza generazione – Echo Show 15 non ha un hub Zigbee per la casa intelligente. Certo, i dispositivi compatibili non sono moltissimi, e i più recenti adottano standard diversi o si appoggiano direttamente al wi-fi, ma per un apparecchio che ambisce, tra le altre cose, a diventare un pannello di controllo per la domotica, questa è una mancanza grave. Che costringe chi possiede già dispositivi funzionanti con Zigbee ad acquistare un hub apposito o un altro Echo. 

Ci piace

  • Design elegante
  • Display grande
  • Widget

Non ci piace

  • Audio mediocre
  • Gestione della navigazione web
  • Manca un hub Zigbee

In fine

Echo Show 15 risponde a un’esigenza sentita, quella di avere smart display più grandi. Introduce novità importanti, come i widget e il Visual ID, che con ogni probabilità saranno disponibili presto anche sui modelli più piccoli. Ma è un prodotto ancora un po’ acerbo, con qualche difetto nel software e inspiegabili deficienze nell’hardware. È anche il modello più costoso della serie Echo: 249,99 euro, cifra con cui è possibile acquistare una tv di dimensioni maggiori e una Fire Tv, una combinazione assai più flessibile dello Show 15, anche se meno elegante e priva di touchscreen. Oppure un tablet, magari proprio di Amazon, che a fronte di un display un po’ più piccolo e di una qualità audio inferiore, offre però il vantaggio della portabilità e di una flessibilità maggiori. A oggi, Echo Show 15 è un dispositivo interessante, ma non perfetto, e se alcune pecche di gioventù del software possono essere corrette con un aggiornamento, per le mancanze dell’hardware meglio aspettare la seconda generazione. 

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