La prima impresa della “draisina”, che diventerà la bicicletta

La prima impresa della “draisina”, che diventerà la bicicletta

“Il 12 luglio 1817 Drais condusse la sua Laufmaschine da Mannheim a Schwetzingen, andata e ritorno, coprendo una distanza di 28 chilometri; e qualche settimana dopo riuscì a percorrere quasi 80 chilometri: era l’alba di una nuova epoca”. Cito Noi siamo tecnologia, il bel libro di Massimo Temporelli, per parlare degli inizi della bicicletta.

Karl Drais era un barone tedesco che, dice Temporelli, stava cercando un modo per sostituire il cavallo in un contesto urbano (al resto avrebbe pensato il treno). Il veicolo a due ruote che inventò – e che prese il suo nome, “draisina” – non aveva ancora i pedali, motivo per cui il barone la chiamava “macchina per correre”, in tedesco Laufmaschine. La macchina era tutta in legno e il guidatore avanzava correndo, facilitato, si fa per dire, dalle ruote che erano ricoperte da un fettuccia di ferro.

Al massimo la draisina poteva raggiungere i 15 chilometri orari, ragion per cui non aveva bisogno dei freni, che vennero inventati  molti anni dopo, quando un meccanico francese aggiunse per la prima volta i pedali facendola diventare un biciclo o un velocipede, che poi diventerà bicicletta attorno al 1895.

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