K250, il piccolo drone che sorveglierà la Terra dei fuochi

K250, il piccolo drone che sorveglierà la Terra dei fuochi

Un piccolo drone capace di stare in una mano potrebbe essere la risposta al problema degli incendi dolosi e delle discariche abusive che affliggono la Terra dei fuochi, e non solo. “Il nostro drone K250 e il suo Nest (nido, ndr.) è un sistema che può essere impiegato in più ambiti, ma al momento credo possa distinguersi soprattutto nella sorveglianza dinamica”, ci spiega Marco Ballerini, amministratore delegato e fondatore della startup triestina Dronus. “Per questo motivo abbiamo avviato una sperimentazione con Sma Campania che dovrebbe aprire la strada, in collaborazione con l’Enac, al volo Blovs, oltre il punto di vista”.

La società in-house della Regione Campania, che si occupa di salvaguardia del territorio, ha infatti scelto Dronus per il controllo delle aree più a rischio comprese tra il litorale domitio, l’agro aversano-atellano, l’agro acerrano-nolano e vesuviano, e la città di Napoli. Nello specifico il drone a partire da settembre sfrutterà il suo sistema d’intelligenza artificiale e le due telecamere integrate (ottica e termica) per attività di ispezione e sicurezza 24 ore su 24 “raccogliendo, analizzando e trasmettendo immagini e dati in tempo reale con l’obiettivo di contrastare il fenomeno dei roghi e dello smaltimento abusivo di rifiuti”. 

Il drone K250 e il suo nido robotizzato

“Questo sistema è il frutto del lavoro nella robotica che ho fatto in questi ultimi 15/20 anni. Dieci anni fa forse proponevo una soluzione troppo avanti per la maturità del mercato, ma adesso le prospettive di volo automatico e controllo remoto sono concrete”, puntualizza Ballerini. Già, perché se attualmente il piccolo drone K250 viene pilotato con il consueto volo a vista, dall’altra il progetto campano punta ad andare oltre. Per altro la sua certificazione Easa (European Union Aviation Safety Agency) già permette il sorvolo di aree marginalmente popolate.

“L’inoffensività si ottiene con un peso ridotto oppure con sistemi di sicurezza attivi come ad esempio il paracadute che si apre automaticamente a 50-70 metri; nel nostro caso stiamo parlando di un velivolo leggero da circa 250-300 grammi a seconda della dotazione”, aggiunge l’ingegnere aeronautico.

Il drone K250 è molto compatto, silenzioso e quasi invisibile; inoltre si affida a una sorta di geo-gabbia virtuale che ne garantisce prestazioni di volo in totale sicurezza. Le due telecamere, una per le sessioni diurne e l’altra notturne, rilevano oggetti, volti e anomalie. In pratica nel tempo l’intelligenza artificiale è in grado auto-addestrarsi a riconoscere l’ambiente e quindi a procedere anche a comparative cronologiche. Ad esempio accorgersi della presenza anomala di un’auto, un oggetto o una variazione nella recinzione (change detection), senza contare la conferma che i volti delle persone riprese facciano parte di una white-list. Ogni criticità viene poi notificata in tempo reale al Nest – che è un vero e proprio mini-hangar sospeso – e a sua volta rilanciata tramite la rete mobile a un’eventuale sala di controllo o dispositivo portatile. 

Il “nido” del K250 ha la forma di una campana è può essere montato su pali, infrastrutture civili o anche un albero, volendo. Il drone vi si posiziona con un movimento ascensionale: secondo Ballerini questo approccio permette una maggiore stabilità rispetto al classico atterraggio su un piano. Senza contare che le basi a terra richiedono spesso interventi più invasivi e strutture più pesanti, mentre Nest non supera gli 8 kg e dispone di un sistema di chiusura automatica ventrale che preserva il drone dagli agenti atmosferici. Persino il ritorno automatico al nido è una procedura che rientra nella routine, come farebbe il Roomba per ricaricarsi. “Il Nest non solo attua una ricarica immediata e garantisce una comunicazione sicura con il drone il cui traffico dati è protetto e crittografato, ma mantiene anche la corretta temperatura interna per preservare le batterie del velivolo”, aggiunge Ballerini.

In effetti il capitolo batterie per i droni continua a essere quello più dolente, anche se negli ultimi c’è stata un’accelerazione nel settore grazie al successo dei veicoli elettrici. “Dal prossimo anno ci saranno importanti novità, ma per ora in base alle condizioni il drone può assicurare un’autonomia compresa tra 14 e 24 minuti“, conclude il fondatore di Dronus. “Sì, possono sembrare pochi, ma fa parte del gioco che i malintenzionati si illudano di sfuggire al nostro sguardo”.

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