Italiani e 5G, un grande amore un po’ deluso: ecco lo studio Ericsson

Italiani e 5G, un grande amore un po’ deluso: ecco lo studio Ericsson

Gli italiani sono tra gli utenti al mondo più interessati a passare al 5G, ma è un amore che sta scemando, logorato dalle lunghe attese per lo sviluppo della copertura, in ritardo rispetto al previsto. È una delle evidenze dello studio Five Ways to Better 5G, che Ericsson presenta oggi. Il più grande al mondo sul 5G realizzato finora, rappresentativo delle opinioni di 1,3 miliardi di consumatori e 220 milioni di utenti mondiali. 

Luci e ombre. Emerge, globalmente, inoltre che chi lo ha già attivato tende a cambiare le proprie abitudini d’uso, ma vorrebbe poter fruire di servizi più innovativi e di una maggiore copertura al chiuso. Va bene insomma la maggiore velocità (gigabit) permessa dal 5G, però che ce ne facciamo se a casa prende male – e a casa con il covid-19 si sta di più? E se ci sono pochi servizi che quella velocità possono sfruttarla? Traspare quindi una relazione dolce-amara tra gli utenti, non solo italiani, e la nuova rete, certo penalizzata anche dalla pandemia globale. “La lenta implementazione del 5G, l’incertezza finanziaria indotta dalla pandemia e la campagna di disinformazione sul 5G, hanno influito sulle intenzioni dei consumatori di passare al 5G”, si legge nella presentazione. A fine 2020, infatti, il 27% dei consumatori italiani (su una base di mille intervistati) ha espresso la volontà di passare al 5G, un calo di 5 punti percentuali rispetto a quanto registrato nel 2019 (32%). A livello globale, invece, la tendenza è inversa: nel 2020, 2 utenti smartphone su 5 (39%) hanno manifestato la loro intenzione di passare al 5G, rispetto al 37% del 2019. Va detto comunque che in Europa gli italiani sono quelli più interessati a passare al 5G. 

Italiani prudenti nel passare al 5G. Ma quando? Non subito, però. Sono solo il 12% i consumatori italiani che vorrebbero fortemente passare al 5G entro la fine del 2021, ossia circa 5 milioni di persone. A livello globale la percentuale sale al 21%. I motivi della nostra prudenza sono numerosi. Certo, pesano i ritardi della copertura, che si spiegano con le caratteristiche del nostro mercato di telecomunicazioni. Gli operatori telefonici hanno margini di profitto molto ridotti (come evidenziato da recenti studi EY e Icom) e fronteggiano anche costi più alti di installazione della rete (per colpa della regolamentazione; un problema che il Governo si propone di alleviare con il PNRR). Nel favorire il passaggio dal 4G al 5G, la percezione degli utenti rispetto alla effettiva disponibilità del 5G riveste un ruolo fondamentale, secondo Ericsson, infatti. Dove c’è la percezione di una maggiore disponibilità del 5G è stato riscontrato un aumento di tre volte dell’adozione di questa tecnologia.

Dal report è emerso che sei utenti 4G su dieci pensano che il 5G sia disponibile per meno del 30% del tempo, mentre un utente 4G su tre pensa che il 5G non sia mai o quasi mai disponibile. Ma secondo Ericsson pesa anche un deficit di conoscenza. Dallo studio emerge che il 23% dei consumatori italiani intervistati, pur avendo uno smartphone predisposto per il 5G, possiede ancora un abbonamento al 4G. Mentre il 2% afferma di avere un dispositivo 5G ma in realtà ne possiede uno 4G. Tra i fattori che determinano questa lacuna informativa da parte dei consumatori vi sono, secondo lo studio: una confusione sulle caratteristiche tecniche dei dispositivi e la loro compatibilità col 5G, derivante anche dall’utilizzo di una terminologia molto tecnica e poco chiara che non facilità la reale comprensione delle caratteristiche dei device; incapacità di distinguere tra i 5 GHz del Wi-Fi e la rete cellulare 5G; poca informazione relativa ai piani tariffari e su come aderire a un’offerta; mancanza di informazioni precise sulla reale disponibilità del 5G e sui servizi che offrono valore aggiunto e rappresenterebbero dei validi motivi per passare al 5G.

Come cambiano le abitudini. Chi lo usa, poi, bene o male qualche vantaggio ce l’ha. In Italia, ad esempio, in media, il 17% degli utenti italiani che usufruisce della tecnologia 5G ha dichiarato di aver diminuito l’uso del Wi-Fi quando si trova in casa o altrove. Il 36% degli utenti 5G italiani ha iniziato a vedere video HD o ha incrementato questo tipo di attività. Il 18% ha iniziato a utilizzare applicazioni di realtà aumentata (AR) o di cloud gaming o incrementato il tempo dedicato a queste attività. Gli utenti 5G italiani passano in media 2,5 ore in più a settimana su app di realtà aumentata AR e un’ora in più su cloud gaming, rispetto agli utenti 4G. Il 20% del totale del tempo speso sui servizi digitali è legato ad applicazioni AR e VR. Sono dati in linea con quelli globali. Il numero degli utenti 5G italiani soddisfatti delle prestazioni del 5G è risultato maggiore del 13% rispetto a quelli del 4G.

Ci sono però anche note dolenti. Gli utenti si lamentano della copertura indoor, che considerano due volte più importante rispetto alla velocità e al consumo della batteria. La copertura indoor potrà essere favorita dall’arrivo delle nuove frequenze (ex televisive) nel 2022 e magari da un miglioramento delle regole sulle emissioni elettromagnetiche. Ultimo punto critico, il 71% degli italiani lamenta una mancanza di servizi inclusi nel pacchetto 5G e si aspetta servizi più innovativi. Anche questo è un dato in linea con le aspettative degli utenti globali. Ma nella storia di internet sono arrivate sempre prima le nuove reti e solo dopo i servizi. Prima la copertura 4G, dopo le videochiamate e la condivisione di foto su Instagram. Vedremo solo tra un po’ cosa ci porterà il 5G nella nostra dieta digitale.

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