iPhone 12, la nuova macchina totale

iPhone 12, la nuova macchina totale

L’abbiamo detto molte volte, fino alla noia, ma questa volta vale la pena ripeterlo: chiamiamo cose nuove con nomi vecchi e questo ci impedisce di capire come e quanto i device che abbiamo a disposizione o le funzioni che ci offrono, siano in realtà innovative, o comunque foriere di novità che vanno oltre lo sguardo superficiale e veloce che noi diamo a quello che abbiamo davanti ai nostri occhi o nelle nostre mani. Se ci ostiniamo a chiamare “smartphone” il piccolo oggetto che portiamo in tasca, continueremo ad usarlo come lo abbiamo sempre usato e non saremo in grado di capire quanto quello strumento è in grado di cambiare la nostra vita, le nostre abitudini, la nostra idea del mondo. Gli iPhone 12 che Apple ha presentato stasera non sono più degli smartphone, sono macchine che svolgono funzioni decisamente più avanzate di quelle di un “telefono intelligente”, sono dei device portatili che non hanno nemmeno una funzione principale, vista la molteplicità dei loro possibili usi a seconda delle nostre esigenze nell’arco di una giornata.

Sono dei terminali attraverso i quali siamo connessi con il mondo, realizzano immagini (no, non sono fotografie, gli assomigliano ma sono realizzate in maniera radicalmente diversa, attraverso l’uso di algoritmi che, nel caso degli iPhone di ultima generazione, scelgono e compongono l’immagine che arriva sul nostro schermo in una frazione di secondo selezionando pixel per pixel quelli migliori di molte immagini fissate quando premiamo il tasto virtuale sul nostro device), ci fanno vedere film (già, ma perché li chiamiamo film visto che visto che il film, ovvero la pellicola, non c’è più?) o televisione (ma lo streaming è ancora televisione?, fanno tutto quello che fa un computer, possiamo usare il word processing, o disegnare sullo schermo con una penna, o fare calcoli matematici complessi, o gestire un database o scambiarci messaggi o videochiamarci o fare milioni di altre cose. Forse davvero milioni no, ma non è fondamentale sapere quante sono, perché le funzioni di quel device che chiamiamo smartphone sono innumerevoli, la stragrande maggioranza delle quali non sappiamo che esistono e comunque non le useremo. O almeno, non penseremo che l’oggetto che abbiamo in tasca sappia farlo, perché penseremo ancora che sia uno smartphone, che ci serve per telefonare e magari fare qualche videogioco mentre aspettiamo in fila alla posta, finché qualcuno non ci dirà che c’è un app utile ad uno scopo particolare e scopriremo che il nostro smartphone era assai più intelligente di quello che credevamo.

L’iPhone 12, nelle sue quattro versioni, non è uno smartphone, è un iPhone. Ovvero qualcosa di diverso da quello che offre la concorrenza, almeno quanto il Mac era diverso dai PC che avevano seguito la strada aperta da IBM. Certo, all’epoca era più semplice, perché il Mac lo abbiamo sempre chiamato Mac, per distinguerlo dagli altri Personal computer, nonostante anche esso lo fosse. Mentre invece comprendere la differenza tra un iPhone e gli altri “telefoni intelligenti” è più difficile, si assomigliano, esternamente sono la stessa cosa e se li chiamiamo smartphone fanno anche le stesse cose. Invece no, gli iPhone rispondono a un altro mondo, vivono in un universo parallelo, hanno iniziato ad abbandonare l’universo degli smartphone almeno da tre generazioni, da quell’X che venne a celebrare il decennale dell’invenzione di Steve Jobs. E i nuovi iPhone 12, nelle loro diverse incarnazioni, con il 5G, con il chip A14, con le funzioni di intelligenza artificiale avanzata, sono già andati oltre.

Anche gli “smartphone” della concorrenza non sono più smartphone, basta vedere i nuovi prodotti di Samsung, LG, Huawei, solo per citare alcuni dei produttori più importanti, sono alla ricerca di nuove fasce di mercato, di nuove idee, di nuovi schermi, nuovi formati, nuove funzioni, perché di semplici “smartphone” nessuno saprebbe più cosa farsene. E quindi? Come li chiameremo? Siamo pigri, li chiameremo ancora smartphone, e li useremo ancora al minimo delle loro possibilità, per telefonare, mandare messaggi, fare qualche partitella a un videogame, vedere un film o una serie, scrivere qualcosa, magari disegnare. Senza capire che in tasca abbiamo una delle chiavi del nostro futuro e che se sapessimo usarla bene, meglio, potrebbe davvero farci scoprire qualcosa di interessante, di utile, di comodo, di davvero “intelligente”. I nuovi iPhone presentati a Cupertino sono più che intelligenti e sono più che telefoni, starà a noi usarli per quello che sono davvero.
 

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