Il popolo di Internet assedia Montecitorio per sentire Lessig che parla di dinosauri

Il popolo di Internet assedia Montecitorio per sentire Lessig che parla di dinosauri

L’11 marzo 2010, per qualche ora ci siamo illusi di poter fare, oppure vivere, una rivoluzione. Una rivoluzione pacifica, culturale, che ci portasse nel solito “mondo migliore”.

Salvo Mizzi, che in questo Almanacco abbiamo citato un paio di volte (qui e qui), aveva invitato in Italia uno dei grandi guru della Rete: Lawrence Lessig. E aveva scelto un titolo molto forte: Internet è libertà. Perché dobbiamo difendere la rete. Già da qua si capisce quanti anni sono passati: erano gli anni, appunto, in cui il mondo politico non capiva il senso della Rete o forse proprio perché lo capiva, la osteggiava d’intesa con quanti cercavano ogni scusa per ritardare il completamento della banda ultralarga. Eravamo un Paese analogico e televisivo e dove l’unico digitale di cui si doveva disporre era il digitale terrestre per guardare la tv.

youtube: Lessig alla Camera nel 2010

La terza particolarità di quell’evento, e anzi, il fattore che trasformava un normale convegno in un atto politico, era la sede scelta: la Camera dei deputati, a Palazzo Montecitorio, nel cuore del potere. Il padrone di casa era il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che in quel ruolo di dimostrerà sorprendentemente aperto alla rivoluzione digitale. Io di quel convegno ero il moderatore, come spesso mi capitava in quegli anni in cui dirigevo Wired Italia da dove avevo da poco lanciato la controversa campagna per dare il Nobel della Pace a Internet.

Con Salvo avevamo fatto le cose per bene, ma non avevamo idea di quanta gente sarebbe venuta. Nel dubbio avevamo preso una sala prestigiosa ma tutto sommato piccola, quella della Regina. Rimanemmo quindi sbalorditi quando vedemmo che con buona anticipo, in piazza Montecitorio si era formata una lunga, lunghissima fila di persone che attendevano di entrare. La Stampa, che ha sempre seguito con attenzione questi temi, fece una cronaca palpitante che iniziava con una espressione che non si usa più: “Il popolo di Internet assedia Montecitorio”. Ne riporto un passaggio: “Non è bastata la sala più grande di Montecitorio, quella della Regina: la solerte organizzazione della Camera ha subito allestito la sala Aldo Moro con maxi-schermi per seguire i lavori. Ma la fila fuori del Palazzo continuava ad aumentare. E allora è stata aperta una terza sala, quella del Mappamondo”.

Lessig non deluse le attese (qui il video integrale). Era appena uscito un suo testo fondamentale (Remix), ma ovviamente non era venuto a presentare un libro. Scrisse Luca Cominassi su Articolo21: “Ha affascinato il pubblico accorso numeroso con le sue usuali, stimolanti slides dense di citazioni e arricchite da video che hanno fatto vibrare gli arazzi della Sala della Regina”.

Del suo discorso ricordo soprattutto il passaggio in cui definì “dinosauri”, e quindi destinati all’estinzione, quei politici che pensavano di disciplinare Internet con regole vecchie. Al dibattito presero parte anche Paolo Gentiloni, il viceministro Paolo Romani, il prof Juan Carlos De Martin e Fiorello Cortiana. Fu una gran bella giornata: tornammo a casa con la sensazione di aver iniziato a cambiare le cose.

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