Il futuro che verrà: tutte le strade che portano al metaverso

Il futuro che verrà: tutte le strade che portano al metaverso

Che cos’è il metaverso? Se prendiamo in considerazione la definizione più ampia, potremmo descriverlo come un ambiente digitale e immersivo in cui in futuro trasferiremo una parte crescente della nostra quotidianità: dal lavoro all’intrattenimento, dallo sport allo shopping, fino alla socialità. In realtà, come ha spiegato Lorenzo Cappannari, CEO e cofondatore di AnotheReality, durante l’On Metaverse Summit di Milano (organizzato proprio dalla società italiana che da anni sviluppa mondi virtuali in ambito business, formazione e intrattenimento), “che cosa sia il metaverso dipende soprattutto da a chi poni questa domanda”.

È il mondo in realtà virtuale immaginato da Mark Zuckerberg? È quello di piattaforme nate nel mondo dei videogiochi come Fortnite? Sono gli ambienti basati su blockchain come Decentraland o Sandbox? Il filo rosso che unisce queste diverse visioni di metaverso, ha spiegato sempre Cappannari, è di contribuire a dare vita, tutte assieme e nelle loro differenze, “alla prossima incarnazione di Internet, in cui il mondo digitale e quello fisico si fondono. È una internet in cui entriamo, alla quale non abbiamo solo accesso, ma di cui facciamo esperienza direttamente all’interno”.

In questa concezione di metaverso non rientra solo la realtà virtuale (che permette di immergersi in un ambiente interamente digitale), ma anche quella aumentata, che sfrutta appositi visori per sovrapporre all’ambiente fisico uno strato digitale, permettendoci per esempio di visualizzare le indicazioni di Google Maps direttamente sull’asfalto o di ottenere informazioni digitali sui monumenti reali che osserviamo. In poche parole, con la realtà aumentata possiamo arricchire digitalmente il mondo fisico.

Gli smartphone saranno allora sostituiti proprio dai visori in realtà aumentata? “È molto probabile – ha spiegato sempre Cappannari – Apple è intenzionata a fare debuttare un suo dispositivo il prossimo anno, ed è noto che quando il colosso di Cupertino entra in un mercato tende a consolidarlo. Inoltre, per molti versi si tratta del logico passo successivo: non dovremo più camminare con la testa china sul dispositivo che teniamo in mano, ma potremo muoverci a testa alta e con le mani libere in un ambiente arricchito digitalmente”.

Piattaforme di cui facciamo esperienza su schermo come Fortnite, esperienze in realtà virtuale e anche l’arricchimento digitale dell’ambiente fisico tramite la realtà aumentata, tutto ciò contribuirà a dare vita a una nuova economia sulle cui potenzialità le previsioni si stanno sbizzarrendo: dagli 800 miliardi previsti da Bloomberg Professional Services fino agli 8mila miliardi calcolati da Goldman Sachs, arrivando ai 13mila miliardi stimati da Citi Group. Chi offre di più? “È qualcosa di nuovo, quindi in realtà nessuno può sapere che forma esattamente prenderà e quanto varrà – ha specificato il co-fondatore di AnotheReality – L’unica cosa certa è che in questo settore stanno venendo investiti moltissimi soldi e che l’economia basata sul metaverso e sulla dematerializzazione avrà sicuramente un grande valore”.

Il concetto di metaverso si amplia ulteriormente se al suo interno viene inserito anche il cosiddetto Web3: la (possibile) prossima incarnazione della Rete basata su blockchain che dovrebbe creare una nuova economia digitale, alla quale tutti possiamo prendere economicamente parte grazie alle criptovalute. Che cosa unisce questi due mondi, apparentemente molto diversi tra loro? Secondo Vincenzo Rana di Knobs, società di sviluppo software specializzata in blockchain, è proprio il registro distribuito alla base dei Bitcoin (e di moltissime altre applicazioni) l’ingrediente che permetterà di esprimere al massimo le potenzialità non solo del Web3, ma anche del metaverso: “Anche lì, la blockchain ci dà la possibilità di acquistare un bene digitale e di poterne dimostrare la proprietà – ha spiegato Rana durante l’On Metaverse Summit – Ed è sempre la tecnologia del registro distribuito a offrire la possibilità di acquistare un accessorio certificato tramite NFT su piattaforme specializzate come OpenSea per poi usarlo nel metaverso”.

Per capire di che cosa si tratta, si può pensare alla possibilità di esporre opere digitali in una galleria d’arte del metaverso o di acquistare accessori unici, magari un paio di scarpe a tiratura limitatissima, per personalizzare il nostro avatar (il gemello digitale con cui esploriamo questi nuovi mondi virtuali). Grazie agli NFT basati su blockchain, è possibile dimostrare in qualunque momento di essere i legittimi proprietari di questi beni digitali di valore, portandoli inoltre con noi attraverso le varie piattaforme cui partecipiamo.

Da un certo punto di vista, quindi, il Web3 potrebbe essere l’infrastruttura alla base del metaverso, in grado di connettere tramite blockchain i diversi ambienti che daranno vita a questo nascente nuovo mondo virtuale. Ci sono però ancora parecchi ostacoli da superare. Come sottolineato anche durante l’On Metaverse Summit, spesso le interfacce del Web3 e del metaverso sono ancora poco intuitive e di utilizzo molto meno immediato delle classiche pagine Web o delle app con cui siamo abituati a interagire: “Le domande relative a quale sia il giusto design del metaverso sono di fondamentale importanza – ha spiegato Luca Morena di Nextatlas – Meglio porsele adesso, anche per evitare di commettere nuovamente gli errori del passato”.

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