Gli anziani digitali sono un business sempre più importante


Alzi la mano chi non ha mai affrontato la frustrante esperienza di aiutare i propri genitori o nonni in questioni tecnologiche. Tra documenti costantemente introvabili, “Google” utilizzato come sinonimo di internet ed errori per i quali viene sempre incolpato il computer, il feeling tra il mondo digitale e le persone di una certa età spesso non è dei migliori.
O almeno, questa era la situazione prima della pandemia. Nell’ultimo report Euromonitor, gli “anziani digitali” vengono inseriti tra i dieci trend più importanti per il 2022: “I consumatori meno giovani sono stati costretti a connettersi a causa dei lockdown globali. Oggi, dopo aver preso confidenza con la tecnologia, i digital senior sono in grado di effettuare acquisti e usare servizi utilizzando i canali online. Le imprese hanno l’opportunità di cucire su misura di questo target la loro esperienza digitale e di andare incontro alle necessità di un’audience online in espansione”.
Oggi, l’82% delle persone europee con più di 60 anni possiede uno smartphone (percentuale raddoppiata rispetto al 2015), mentre il 45% ha utilizzato un servizio bancario da mobile. Il 60% di loro visita i social network almeno una volta alla settimana e il 21% ha anche giocato con i videogames. Nel complesso, le tre attività online più diffuse tra gli over 60 europei sono la navigazione online, la lettura delle news e l’utilizzo dei social network. L’aspetto più importante dal punto di vista economico è però un altro: la popolazione globale con più di 60 anni crescerà del 65% da qui al 2040, raggiungendo la soglia dei due miliardi di persone. Una fascia di popolazione spesso dotata di buona sicurezza economica, con molto tempo libero, che ha ormai esperienza con dispositivi tecnologici e servizi online ed è sempre più propensa a utilizzarli per semplificarsi la vita.
Altro che metaverso e realtà aumentata, il prossimo grande boom economico della Silicon Valley potrebbe essere generato, per esempio, dalla diffusione dei sensori della internet of things che avvisano i figli quando qualcosa di sospetto avviene nell’abitazione dei genitori (una caduta, la mancata assunzione di una medicina o anche semplicemente la macchinetta del caffè che non è stata accesa all’ora abituale). Anche dispositivi dall’utilizzo più immediato, come gli assistenti virtuali, possono risultare particolarmente utili a chi ha raggiunto una certa età: fornendo promemoria e suggerimenti, ma magari, un domani, aiutando anche a sconfiggere la solitudine tramite semplici conversazioni o giochi.
Niente di straordinario, considerando che in Giappone già oggi si stanno diffondendo i robot da compagnia e che la realtà virtuale sembra in grado di migliorare la qualità della vita di chi ha poche occasioni per uscire di casa. Da questo punto di vista, una ricerca di Ericsson ha rilevato che gli over 65 sono più propensi a sperimentare l’utilizzo di visori in realtà virtuale o aumentata di quanto solitamente si potrebbe pensare: ben il 70% di loro si è detto interessato, principalmente allo scopo di perseguire qualche nuovo hobby.
La già citata grande diffusione dei social network tra gli over 60 potrebbe inoltre provocare qualche grosso cambiamento in un panorama che, fino a oggi, si è concentrato soprattutto sull’acquisizione di utenti giovanissimi. Per esempio, perché Facebook dovrebbe continuare a lottare contro la nomea di “social network per vecchi”, quando puntare su questa fascia demografica – sempre più propensa ad acquistare prodotti e servizi online – gli potrebbe dare accesso a un’audience remunerativa e nei confronti della quale è privo di concorrenza? Non sarà la forma di narrazione aziendale più affascinante per i media e gli investitori, eppure la prossima frontiera economica del mondo digitale potrebbe essere proprio la fascia anagrafica fino a oggi presa meno in considerazione. Per la Silicon Valley, il futuro potrebbero essere gli anziani.