Dai Pokémon agli animali in realtà aumentata: il nuovo gioco di Niantic si chiama Peridot

Dai Pokémon agli animali in realtà aumentata: il nuovo gioco di Niantic si chiama Peridot

Quelli di Niantic hanno in testa un metaverso diverso. Fatto soprattutto di un’integrazione sempre più stretta fra realtà fisica ed elementi digitali verso quella realtà aumentata di base per cui non servono visori e occhiali, ma solo lo smartphone.

Se il punto di partenza, oltre a Ingress, è stato l’enorme successo di Pokémon Go (a quasi 6 anni dal debutto, i giocatori nel mondo sono ancora tantissimi e sono arrivati nel tempo nuovi Pokémon, nuove funzionalità, eventi e molto altro) adesso la società californiana ci riprova con Peridot. Un altro gioco mobile, in realtà il primo completamente indipendente proprio dai tempi di Ingress, che sui modelli proposti in precedenza aggiunge le caratteristiche del genere pet simulation.

Ma come funziona Peridot? I giocatori dovranno prendersi cura di queste colorate creature fantastiche, chiamate appunto peridot o dot e risvegliatesi da un sonno millenario, costruendo con esse un profondo legame emotivo esplorando il mondo insieme, nutrendoli e allevandoli per diversificare la loro specie. Sì, c’è evidentemente anche un tocco del vecchio, immarcescibile Tamagotchi. Sviluppato interamente da Niantic, punta come sempre a un pubblico generalista, dunque molto vasto, e ancora più casual rispetto ad altri titoli. E integra non a caso una serie di funzionalità social molto evidenti.

L’esperienza di gioco, che al momento è in cosiddetto soft launch in alcuni Paesi a partire dalla Malesia, consiste appunto nell’allevare, curare, giocare ed esplorare il mondo fisico insieme ai propri peridot, creature genderless uniche e irripetibili basate ciascuna su un archetipo originario e custodite nel nido. Ovviamente intorno ai peridot si svilupperà una vera e propria tassonomia di specie e aspetti, secondo la lezione dei Pokémon che hanno fruttato in 6 anni oltre 5 miliardi di dollari. Se infatti è vero che i giochi con gli animali domestici esistono da tempo, la realtà aumentata offre ovviamente molti strumenti per innovarli e arricchirli. Con la piattaforma proprietaria Lightship, annunciata lo scorso anno per inserirsi a proprio modo nella corsa al metaverso, Niantic sta dunque costruendo un gioco che già nel corso della beta pubblica espanderà ad altri mercati.

Peridot ha il potenziale per diventare il prossimo Pokémon Go? Difficile dirlo, ma certo alcuni punti di forza sono gli stessi (esplorazione all’aperto, movimento, interazione sociale), per quanto il gruppo di John Hanke insista nel sottolinearne le rispettive specificità. Per esempio, i dot (grazie ai sistemi di intelligenza artificiale) faranno cose diverse a seconda delle superfici su cui li si visualizzerà. Non è inoltre escluso che in futuro l’esperienza di gioco non possa essere potenziata con l’uso di occhiali o visori per AR: l’ambiente è stato costruito per garantire la possibilità di essere fruito in modi ancora più raffinati. Oltre che, d’altra parte, per integrarsi a eventi live nel mondo reale dedicati alla community, da sempre elementi di forza della casa statunitense.

Il gameplay di Peridot non è competitivo, ma è pensato con elementi di sfida che favoriscano la cooperazione tra i giocatori. Insomma, gli animali fantastici (o futuristici) non combatteranno fra loro né occorrerà addestrarli a questo scopo. Al limite, i loro custodi potrebbero dover affrontare alcune sfide amichevoli in cui dimostrare le incredibili qualità dei loro peridot, “costruendo insieme ad altri giocatori strategie atte a diversificare ulteriormente le specie”, come spiegato dall’azienda. Un po’ come nelle sfide di bellezza per animali domestici o una gara di agility, insomma.

Peridot è anche un primo passo verso un percorso più articolato: il gruppo ha spiegato che “è stato sviluppato come terreno di prova per esperienze AR all’avanguardia, sfruttando la suite completa della tecnologia Ardk di Niantic Lightship, tra cui la mappatura in tempo reale, la segmentazione semantica, l’occlusione degli ostacoli e altro ancora”. Il grosso del fascino girerà però intorno alle creature che ne sono protagoniste, perché ogni peridot è unico, e ogni creatura ha il suo Dna unico: “Il sistema di riproduzione, che è modellato sul modo in cui il Dna funziona nella vita reale, unisce il meglio delle risorse create a mano e la generazione procedurale, creando una serie sorprendente di creature uniche”. Qualcuno ha detto NFT? Per ora il gruppo non ha nulla da aggiungere sul tema, ma il terreno è predisposto per ogni tipo di sviluppo.

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