Cosa sono le iSim, come si differenziano dalle eSim e che significano per gli smartphone

Cosa sono le iSim, come si differenziano dalle eSim e che significano per gli smartphone

Qualcomm e Thales, in collaborazione con Vodafone, hanno annunciato la certificazione della prima iSim al mondo basata su piattaforma mobile Snapdragon 8 Gen 2. Di cosa si tratta? Di una tecnologia che porta ancora oltre il concetto di eSim.

Le SIM elettroniche sono piani tariffari digitalizzati, slegati dalla schedina fisica cui ci siamo abituati per decenni, gestiti da un chip specifico, mentre nei processori iSim (la sigla sta appunto per integrated SIM) tutte le funzionalità di connettività mobile sono alloggiate all’interno del SOC, cioè il circuito integrato che fa da cervello allo smartphone. Le informazioni come il codice identificativo univoco e l’Imsi, cioè l’International mobile Subscriber identity, sono quindi impiegabili da qualsiasi operatore per un passaggio rapido e veloce del piano tariffario.

Le differenze: più spazio negli smartphone

A primo impatto, per l’utente, la differenza potrebbe apparire trascurabile: in entrambi i casi la Sim è virtuale, cioè non abbiamo più la scheda fisica, e per così dire memorizzata nei chip del telefono. Nella eSim c’è un modulo a parte, nella iSim quei dati trovano spazio direttamente nel SOC. Così facendo, però, si apre in fase di progettazione spazio preziosissimo, ricavato dall’eliminazione del chip dedicato e di tutta la meccanica per la gestione delle SIM fisiche (come il vassoietto ancora presente in tutti i telefoni tranne che sugli iPhone 14 e 14 Pro venduti negli USA), per poter implementare nuove funzionalità o semplicemente potenziare i componenti già esistenti. Per esempio, montando una batteria più grande o un chip neurale per supportare prestazioni sempre più veloci alimentate dall’intelligenza artificiale. Basti pensare che un chip dedicato alle eSim misura attualmente 6×5 millimetri, mentre l’ingombro del sistema per gestire una nanoSim arriva quasi al doppio.

I vantaggi per i gadget connessi

Non solo: avere una SIM virtuale gestibile direttamente a livello di microprocessore consente un’estensione ancora più profonda della connettività negli oggetti quotidiani. Dove il tema dello spazio a disposizione dei progettisti, dei designer e dei produttori è ancora più importante. Potremmo dunque assistere, più di quanto già non accada, a un ampliamento della connettività degli oggetti tramite rete mobile (e non wifi), magari con una serie di piani tariffari a pacchetto dedicati a un certo numero di gadget e legati a un abbonamento telefonico e/o dati principale, come d’altronde reso possibile dallo standard di gestione eUicc (cioè Embedded universal Integrated circuit card). Anche accessori molti diffusi, come gli smartwatch, guadagnerebbero volumi piccoli, ma preziosi in termini di progettazione, dimensioni e dunque in ultima analisi di funzionalità e caratteristiche proposte all’utente.

Quanti dispositivi supporteranno le iSim e quando

Secondo l’agenzia di analisi Kaleido Intelligence, le iSim dovrebbero essere utilizzate in oltre 300 milioni di dispositivi (di ogni genere, non solo smartphone) entro il 2027. Qualcomm ha fra l’altro sottolineato che la tecnologia iSim è conforme con lo standard Gsma Remote Sim Provisioning, che consente alle persone di attivare servizi e abbonamenti da remoto, semplicemente scegliendo fornitore e offerte più indicate: anche in questo caso, velocizzando ancor più di quanto sia possibile con le eSim il passaggio da un piano all’altro.

L’inizio sarà evidentemente legato alla diffusione del processore Snapdragon 8 Gen 2, sui dispositivi come il Samsung Galaxy S23 o i prossimi modelli di punta di Oppo, quelli della famiglia Find X6. Potrebbero volerci un paio d’anni prima che i SOC oggi di punta scalino verso modelli più economici, allargando il supporto alle iSim.

Ma le iSim, cioè l’integrazione dei dati di connettività mobile nel cuore del sistema, sono anche altro: dai costi di produzione, legati al taglio dei processi di assemblaggio e alla necessità di un componente in meno e dunque anche ai tempi di lavoro, passando per l’efficienza del dispositivo in termini di autonomia fino alla sicurezza dettata dalla memorizzazione delle informazioni di connettività mobile direttamente nel SOC. Al momento Qualcomm e Thales non hanno annunciato quali modelli impiegheranno effettivamente per primi le iSim.

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