Coronavirus, studio: “Migliaia di ricoveri per danni da fake news”

Coronavirus, studio: “Migliaia di ricoveri per danni da fake news”

ROMA – C’è un’infodemia parallela alla pandemia, e c’è di tutto: disinformazione, fake news, teorie del complotto dilagano sul Covid in almeno 25 lingue e in 87 paesi. Sono state almeno tre da gennaio ad aprile le ondate infodemiche a colpi di affermazioni false o non verificate, frasi discriminatorie e complottismo. Circa 800 decessi sono stati collegati a disinformazione, nonché 5.876 ricoveri e infortuni gravi (60 persone hanno perso la vista dopo aver bevuto metanolo come cura per il coronavirus) è emerso da uno studio internazionale coordinato da esperti presso la University of New South Wales in Australia e pubblicato sull’American Journal of Tropical Medicine and Hygiene.

La ricerca ha analizzato documenti contenenti rumors, stigma e teorie cospirative postati sui social in 25 lingue diverse e 87 paesi. L’89% dei report sono stati classificati come rumors (affermazioni senza alcun fondamento verificabile), il 7,8% come teorie complottiste. Per quanto riguarda i paesi dove questi documenti hanno circolato l’Italia si pone in posizione intermedia, mentre i paesi più ‘inquinati’ da fake, rumours e teorie cospirative sono India, Usa, Cina, Spagna, Indonesia e Brasile.

Tra gli esempi di rumor ci sono affermazioni come “le uova di pollo sono contaminate con coronavirus” e “bere candeggina potrebbe uccidere il virus“; frasi discriminatorie (stigma) sono invece affermazioni come ‘ogni malattia viene dalla Cina‘ mentre tra le affermazioni complottiste figurano frasi come “dietro al virus c’è la Bill & Melinda Gates foundation con l’intento di aumentare le vendite di vaccini“. “I rumor – scrivono gli autori del lavoro – possono risultare credibili e avere effetti potenzialmente pericolosi di salute pubblica. Per esempio il mito secondo cui a alte concentrazioni l’alcol uccide il virus che hanno circolato quasi ovunque possono portare a comportamenti a rischio.
 

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