Come funziona l’app della Lega per calcolare la Flat Tax

Come funziona l’app della Lega per calcolare la Flat Tax

Essenziale. Non bellissima, non si sa quanto precisa nei calcoli, ma essenziale. L’app lanciata dalla Lega per calcolare quanto famiglie e singoli cittadini potrebbero pagare con la misura fiscale promessa dal partito in campagna elettorale è semplice. Forse troppo se si pensa che debba dare risposte corrette con i pochi dati richiesti.

Flat tax‘, questo il nome dell’app, è disponibile da qualche giorno sugli store Apple e Google. L’icona è un simbolo percentuale blu su sfondo giallo che diventa uno smile. Una volta scaricata, e lanciata, l’app chiede pochissimi dati per calcolare quanto si verrebbe tassati con il regime fiscale proposto da Via Bellerio: numero di persone del nucleo familiare; redditi percepiti; numero di figli a carico. E poi un unico tasto possibile da cliccare: calcola.

E il calcolo arriva. Altro non c’è. Niente dati richiesti per l’accesso. Niente login. Niente logout. Si lancia, si calcola, si chiude. Tutto qui. L’app al momento è la 25esima su scaricata su Apple Store. Undici voti ottenuti. Due stelle in media. E un solo commento: “Una bufala, non calcola esattamente la tassazione attuale”.

Un’app locale, nessun dato personale richiesto

Visti i pochi dati richiesti, praticamente nessun dato personale, l’app non dovrebbe presentare alcun problema lato privacy. E’ un’app locale, non collegata a siti esterni. Una sorta di calcolatrice. “L’applicazione pare architettata per non immagazzinare o richiedere dati personali. Una prima analisi sulle connessioni effettuate non ha evidenziato alcuna connessione con siti esterni e quindi nessun interscambio di dati né per il calcolo, né per la profilazione”, ha commentato a Italian tech Matteo Flora, esperto di sicurezza informatica e amministratore delegato di The Fool.

Lo sviluppatore dell’app della versione iOS è Stefano Scardanzan. Così risulta almeno sullo Store di Apple. Scardanzan è un imprenditore, e consigliere comunale leghista al comune di Falcade, Belluno. Su LinkedIn si legge che è capo della Weavers Web, una società che si occupa di web design e applicazioni. Il che spiegherebbe il suo ruolo di sviluppatore. 

“Il mio è stato esclusivamente un contributo di tipo tecnico – ci ha risposto Scardanzan -. Sostanzialmente abbiamo provveduto allo sviluppo dell’applicazione che, molto semplicemente, esegue le operazioni matematiche che simulano il calcolo dell’imposta con il sistema attuale e con quello della Flat Tax della fase 2. Chiaramente il calcolo della App non entra nello specifico della situazione reddituale di ciascun utente, ma esegue il calcolo considerando il valore inserito come reddito da lavoro dipendente puro”.

La privacy policy dell’app invece rimanda al sito Tassaunica.it, il sito della Lega dedicato alla Flat tax. Il titolare dei dati è Formapolis Srl, una casa editrice che sembra aver pubblicato solo libri di Armando Siri, considerato il padre della tassa unica leghista.

Dubbi sull’esattezza del calcolo effettuato

L’app quindi non ha rischi per la privacy. Ma resta piuttosto oscura per quanto riguarda l’esattezza dei dati ottenuti. Bisogna fidarsi. Una volta inseriti i dati richiesti si passa al calcolo. E qui l’app sembra replicare i meccanismi a fasi previsti dalla proposta de La Lega. La Fase uno è già stata attuata ed è la Flat tax applicata alle partite Iva con regime forfettario fino a 65 mila euro.

L’app parte dalla Fase due, dove a beneficiare del regime fiscale sarebbero, nella proposta elettorale di via Bellerio, tre tipologie di famiglie fiscali: i single con redditi fino a 30.000 euro; le famiglie monoreddito fino a 55.000 euro e quelle con due stipendi fino a 70.000 euro. Mentre la Fase tre, quella che prevede l’imposta unica per tutte le famiglie fiscali a prescindere dal reddito, se partirà, non lo farà prima di un’analisi degli effetti della Fase due. Ad ogni modo, è sulla Fase due che l’app è stata disegnata.

Capaccioli: “Solo uno strumento elettorale”

Ad esempio, se si è un lavoratore da solo e con un reddito superiore ai 30.000 euro, mettiamo 31.000, l’app ti dice: “Purtroppo il tuo reddito lordo è superiore a quanto previsto dalla Fase due. Dovrai attendere l’introduzione della Fase tre per usufruire della Flat Tax al 15%”. Se invece con lo stesso importo le persone del nucleo familiare sono due, l’app diventa più analitica. Dice quanto il contribuente paga attualmente (6.133,52 euro); quanto pagherà (4.350 euro); quanto risparmierà (1.783,52). E così via, calcolando un risparmio lordo annuale che varia col variare dei parametri inseriti.

Non calcola detrazioni, né credito di imposta. Proprio come nella proposta leghista. Alcuni commercialisti, contattati da Italian Tech, dicono che ad una prima occhiata non è chiaro come l’app calcoli gli importi dovuti. Anche confrontando i risultati ottenuti con quanto previsto dalla la proposta della Lega. L’impressione, al momento, è che più che uno strumento preciso di calcolo sia un tassello tra gli altri della campagna elettorale leghista. 

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