WhatsApp punta al mercato americano, che nel 2022 è ancora il regno degli sms
Il Giappone ha dichiarato guerra ai floppy disk: è stato il nuovo ministro per gli Affari digitali, Taro Kono, ad annunciare via Twitter l’intenzione di eliminare i vecchi dischetti di memoria, il cui impiego è ancora previsto in almeno 1900 procedure dell’amministrazione statale.
Più in generale, l’ottica del governo giapponese è quella di cercare di disfarsi della tecnologia più obsoleta: nel mirino dell’agenzia digitale diretta da Kono ci sono anche CD, minidisc e l’uso dei fax. L’obiettivo è sburocratizzare l’attività della Pubblica Amministrazione per facilitare il lavoro delle aziende, spostando online il disbrigo di pratiche, richieste e accesso ai servizi statali.
Il primo ministro del Giappone, Fumio Kishida, considera la trasformazione digitale del Paese un fattore chiave per lo sviluppo economico moderno.
La nomina di Kono, maturata in un rimpasto dell’Esecutivo avvenuto ad agosto, risponde all’esigenza di accelerare i tempi del cambiamento, incaricando del compito un personaggio politico esperto, già ministro della Difesa e degli Esteri, volto noto del partito Liberaldemocratico, conosciuto per le posizioni controcorrente e fortemente orientate all’innovazione. Per raggiungere il traguardo della digitalizzazione della PA è stata predisposta una apposita task force che dovrà chiarire come affrontare e risolvere i vari problemi entro la fine del 2022.
Non c’è alcuna garanzia, però, che Kono e il suo staff riescano in poco tempo a realizzare i loro intenti: anche se il Giappone è un Paese all’avanguardia nel campo tecnologico, con un’industria elettronica e una robotica tra le più evolute e competitive a livello globale, persistono atteggiamenti, prassi e tradizioni radicate che rendono difficile far progredire la modernizzazione digitale.
Lo sa bene Kono che, come ministro per le Riforme amministrative, aveva lanciato una campagna contro il timbro hanko (richiesto dalle procedure amministrative per contratti, acquisti, certificazioni, successioni ereditarie e adempimenti fiscali), scontrandosi con le resistenze della burocrazia, per cui i sigilli sono strumento irrinunciabile. Anche i fax sono stati difesi dai funzionari degli uffici governativi contro la posta elettronica, accampando motivi di sicurezza e di stress della comunicazione che un uso esclusivo delle mail potrebbe creare a chi lavora nella PA.
Allo stesso modo, i floppy disk hanno trovato i loro difensori d’ufficio: i dischetti sono un supporto di memoria digitale, prodotto da IBM dall’inizio degli anni ’70 del secolo scorso, e abbandonati negli anni ‘90 dal colosso dell’informatica. Anche se rimpiazzati da mezzi e tecniche di storage più efficaci e potenti, i floppy sono per lo più spariti dalla circolazione (ma negli USA il dipartimento della Difesa se n’è servito fino agli anni 2000) ma restano una figura significativa dell’evoluzione della memoria digitale. Ne è testimonianza l’utilizzo della loro immagine come icona per il salvataggio di file e documenti in vari programmi, ancora oggi.