C’è un sito che consente di contattare i russi per aggirare la censura sulla guerra in Ucraina

C’è un sito che consente di contattare i russi per aggirare la censura sulla guerra in Ucraina

In Russia cala la censura sulla guerra in Ucraina ed è sempre più difficile per i cittadini avere accesso a un’informazione libera e trasparente sul conflitto. Anche piattaforme come Twitter, Facebook e Instagram sono state limitate e bloccate. Mentre governo e parlamento russi impongono il bavaglio alla stampa introducendo pene severe per chi non si conforma ai dettami e agli ordini della macchina della propaganda bellica con il fine di irregimentare l’opinione pubblica interna.

Ad aggirare il muro della censura digitale e a stabilire un contatto e un dialogo diretto con la cittadinanza russa ci prova il sito web 1920.in.

Sviluppato dal gruppo hacker polacco Squad303 – nome ripreso da uno squadroni di piloti polacchi dell’aviazione britannica, eroi della lotta contro la Germania nazista – consente di inviare a email e numeri di cellulare di utenti della Russia messaggi sms e Whatsapp o di posta elettronica. Potendo peraltro allegare foto e video che documentano la situazione in Ucraina.

Il sito, attivo su Internet dal 6 marzo, attinge a un database di 20 milioni di numeri di telefonini e circa 140 milioni di indirizzi email di privati e aziende russe che mette a disposizione, selezionati con un metodo di estrazione casuale, di chi intende partecipare all’iniziativa. Quando un internauta si collega online, via pc o smartphone, può scegliere se inviare un testo predefinito scritto in russo attraverso sms, Whatsapp o posta elettronica.

L’idea è riuscire a raggiungere la cittadinanza russa senza il filtro della censura per sensibilizzarla su ciò che sta accadendo in Ucraina. E, in effetti, grazie al sito 1920.in – così chiamato in riferimento alla battaglia di Varsavia vinta dai polacchi contro i sovietici nel 1920 – molte persone comuni hanno potuto già inviare milioni di email e messaggi a cellulari in Russia.

Il più delle volte non si ottiene risposta ma in qualche caso si riesce a raggiungere l’interlocutore. Che però non sempre reagisce favorevolmente. Chi non gradisce i messaggi replica anche con insulti e minacce. Ci sono, tuttavia, utenti che rispondono accettando la discussione. Talvolta, qualcuno si dichiara contrario alla guerra e prende apertamente le distanze da Putin. Oppure, riconoscendo la realtà è costretto ad ammettere la sua paura e impotenza, e l’impossibilità di fare qualcosa dati i rischi cui si va incontro scendendo in piazza a protestare. D’altra parte, bisogna fare attenzione perché in Russia il controllo poliziesco è diventato asfissiante. Semplici messaggi sul cellulare possono mettere in pericolo la persona che li legge nel momento in cui, come si è visto nelle scene filmate nella metro di Mosca, le forze dell’ordine hanno l’autorità di requisire i telefonini privati per trovare le prove di un sospetto oppositore e reprimere il dissenso.

Non sono però questi gli ostacoli e le difficoltà che fanno desistere gli attivisti di Squad303 dall’impegno di diffondere quella libertà di informazione sulla guerra in Ucraina, inclusa la strage di civili, che il Cremlino cerca di negare alla popolazione russa.

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