C’è tanta Italia nelle monoposto a guida autonoma

C’è tanta Italia nelle monoposto a guida autonoma

C’è tanta Italia nella Indy Autonomus Challenge riservata alle monoposto a guida autonoma. Le macchine sono tutte Dallara, i team italiani del Polimi e dell’università di Reggio Emilia sono quelli più forti e c’è un’azienda italiana, la Fluidmesh, che ha realizzato tutta la tecnologia di comunicazione delle auto. Azienda poi che Cisco ha acquisito nel 2020 per realizzare questo campionato.

“Siamo stati acquisiti da Cisco – ci ha spiegato Umberto Malesci, fondatore di Fluidmesh e ora ingegnere di punta del progetto racing driverless – perché è stata questa la strada per rilanciare l’Indy Autonomus Challenge per rendere grande questa manifestazione. E’ molto piaciuto il fatto che si corre con auto molto innovative, che gli studenti cercano di migliorare la tecnologia. I valori di Cisco insomma: innovazione e ricerca di giovani talenti. E quindi non abbiamo solo sponsorizzato il campionato, ma poi abbiamo realizzato tutta la tecnologia di connettività”.

Va detto che l’Indy Autonomus Challenge, alla prima edizione, ha stupito il pubblico: vedere una monoposto senza pilota che viaggia a 300 orari fa impressione. Un grande show. Ma lo scorso anno le auto viaggiavano, diciamo così, in modo quasi casuale. Non si sono mai schiantate e sono andate fortissimo, vero. Ma il “sapore” di gara pionieristica era forte. Quest’anno invece la competizione è stata vera, con tempi sul giro di tutto rilievo e con prestazioni che iniziano a diventare simili a quelle delle monoposto guidate da piloti veri.

“Secondo me – spiega infatti Malesci – la Indy Autonomus Challenge crescerà ancora perché ha tutte le componenti di una formula di successo”.

Ma perché la Fluidmesh è diventata famosa? L’azienda aveva sviluppato una tecnologia di trasmissione dati, una specie di superwifi, per capirci, unica al mondo. Ideale quindi per veicoli autonomi, non solo auto: il loro prodotto è stato usato spesso sulle metropolitane, sul trasporto ferroviario e anche nel mondo minerario, nei porti industriali.

Così Maleschi oggi ricopre il ruolo di responsabile per il business development e il marketing dell’Unita? di business Internet of Things (IOT) di Cisco, dove segue l’integrazione della sua ex azienda nel Gruppo. “Le auto a guida autonoma sono il futuro – spiega ancora – ma solo rendendole spettacolari possiamo avvicinare il grande pubblico. E non fraintendete la loro ‘mission’: non serviranno solo a rendere più riposante la guida ma salveranno molte vite. Solo con auto che non sbagliano mai e che riescono a sopperire agli errori degli umani si potrà arrivare all’ambizioso obiettivo “zero vittima sulle strade”.

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