Bob, il primo flop di Bill Gates, il software che non ha cambiato il mondo

Bob, il primo flop di Bill Gates, il software che non ha cambiato il mondo

Prima di Bob, la fallimentare app del PD di Matteo Renzi, c’è stato Bob, il fallimentare software di Bill Gates. Quando nel mondo dei computer vuoi indicare un fallimento, a volte basta dire: “tipo Bob”. Eppure era partito alla grande, il 31 marzo 1995 era stato dichiarato il Microsoft Bob Day. Era il giorno in cui il prodotto era finalmente in vendita. Cos’era? Una specie di assistente personale, una interfaccia che doveva finalmente rendere facile per tutti l’uso dei primi personal computer (di fatto nello schermo invece delle cartelle vedevi una stanza con le varie cose da fare mentre un cagnolino in basso a destra cercava di aiutarti – qui una visita guidata a Bob). 

Il lancio lo aveva fatto Bill Gates in persona il 7 gennaio al CES di Las Vegas preceduto da una impressionante campagna di marketing: i voli per Las Vegas davano ai passeggeri i fazzolettini di Bob; sopra il convention center volava un aereo con uno striscione che dava il benvenuto a Bob; e a terra si aggiravano uomini-sandwich vestiti come Bob. E così mentre in prima fila applaudivano Steven Spielberg, Jeffrey Katzenberg e altri divi di Hollywood, Gates annunciò il software che avrebbe cambiato il mondo. 

Il progetto a Seattle era partito qualche anno prima: l’idea era appunto rendere facile per tutti l’uso di un computer. Nome in codice “Utopia”, ma poi si scelse Bob. Quando dalla ricerca si era passati allo sviluppo Bob era passato sotto il controllo di Melinda French che nel 1993 si era fidanzata con Bill Gates di cui diventerà moglie l’anno seguente cosa che ha fatto insinuare ad alcuni che senza quel coinvolgimento sentimentale Bob non avrebbe mai visto la luce. Cattiverie. 

Ma è un fatto che quando Bill Gates lo presenta il software non è pronto, ci vogliono appunto quasi tre mesi per arrivare nei negozi. Tre mesi in cui gli esperti di tecnologia dei vari giornali avevano potuto provarlo scoprendo che era una buona idea con un sacco di difetti. L’unica recensione positiva fu quella, autorevole, di Walter Mossberg, del Wall Street Journal che concludeva dicendo: “Come capita con molte prime cose anche questa ha dei difetti ma va nella direzione giusta”. Quali erano i difetti è presto detto: per un prezzo non banale, 99 dollari, ti portavi a casa un software che per funzionare richiedeva personal computer con altissime prestazioni, il che escludeva i dilettanti a cui invece si rivolgeva; e poi, si vantava di essere così semplice da non aver bisogno di un libretto di istruzioni, ma veniva distribuito con un tomo di 210 pagine di consigli. Infine, ad un certo punto, in quell’anno, Microsoft lanciò Windows 95, che era molto più semplice del sistema precedente e che di fatto risolveva molti dei problemi per cui era stato inventato Bob.

Insomma, dopo solo un anno e meno di 60 mila copie vendute, Bob è stato ritirato dal mercato. Secondo alcuni troppo presto, ma Bill Gates un paio di anni dopo dirà: “Il software aveva bisogno di computer potenti e non c’era abbastanza mercato”. 

Bob ha così continuato a vivere come meme, simbolo dei flop tecnologici. Eppure in Siri, Alexa e negli altri assistenti vocali, c’è qualcosa di Bob. 

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