Barlocco (Motorola): “Vi spiego il Razr 5G e perché sarà la spider degli smartphone”

Barlocco (Motorola): “Vi spiego il Razr 5G e perché sarà la spider degli smartphone”

ROMA – C’è un nuovo Motorola Razr che si aggira per l’Europa. E ha l’ambizione di diventare “la spider degli smartphone”. A 16 anni dall’uscita del primo telefonino a conchiglia della casa statunitense (poi passata a Google da qui alla cinese Lenovo) e a meno di un anno dal lancio del nuovo Razr, ecco il Razr 5G. Poco più leggero, sempre sottile, ma ancora più curato nel design e con un comparto fotografico di livello decisamente superiore. Il “signor Razr” è Carlo Barlocco dall’autunno dei 2019 executive director MBG Europe Expansion di Lenovo, ovvero di direttore esecutivo della divisione mobile (Mobile Business Group), con responsabilità sull’Italia e non solo. Un manager con una certa confidenza con l’universo Mobile, essendosi occupato di questo per ben 18 anni in Samsung Italia, dove è arrivato a ricoprire la carica di presidente. È lui il capo delle operazioni Motorola in Europa.

Barlocco (Motorola): "Vi spiego il Razr 5G e perché sarà la spider degli smartphone"

Carlo Barlocco, Executive Director di Motorola Italia

Allora Barlocco, quanto vale la scommessa sul nuovo Razr 5G?

“Questa è la riedizione non solo del Razr di 16 anni fa, ma è già la seconda edizione evoluta del nostro nuovo smartphone clamshell. Del resto ogni 6-12 mesi ci sono novità importanti in campo tecnologico e questo dispositivo se ne giova. Prima di tutto l’abbiamo reso ancora più gradevole nel design perché riteniamo che il design sia tutto in un telefono di questo tipo. Con Android 10 lo schermo esterno diventa molto più usabile e quindi ci consente di fare quelle operazioni che uno fa cento volte al giorno senza aprire  il telefono e consumando meno batteria: scorrere i messaggi, accettare o rifutare una chiamata. Insomma, praticità. L’abbiamo migliorato nella fotocamera da 48 megapixel, che a schermo chiuso si può utilizzare per fare i selfie, e nella batteria da 2800 mAh, che viene aiutata, appunto, dall’uso dello schermo esterno. Il processore è superiore al modello precedente e anche software è più affidabile”.

Barlocco (Motorola): "Vi spiego il Razr 5G e perché sarà la spider degli smartphone"

Il primo Razr versione 2004 era diventato un’icona grazie al design assai innovativo. Riuscirete a ripetervi?
“Il telefono sta andando molto bene. Il design, soprattutto nei dispositivi di fascia alta è stato sempre una elemento capace di spostare le scelte dei consumatori. Va detto che uno non compra un telefono pieghevole se vuole il massimo delle performance, così come uno non compra una automobile spider se poi ha bisogno di prestazioni assolute in termini di velocità o se deve portare in giro quattro figli e il cane. Ecco, vorremmo essere la spider degli smartphone. Il nuovo Razr ha una usabilità abbastanza verticale: è dedicato a uomini e donne che hanno che hanno necessità di tenersi un telefono in tasca o in una borsetta. E’ un prodotto unico, non soltanto di tendenza. C’è poi target preciso: quelli che il telefono clamshell lo hanno avuto tanti anni fa e adesso che ce n’è uno in linea con la tecnologia del momento, tornano a prenderlo. Di sicuro non è adatto alla generazione Z, sia per il prezzo sia perché questi ragazzi hanno bisogno di schermi grandi, sempre accesi e sempre aperti. Il fatto si pieghi per loro è una complicazione. Insomma, tranne che i supergiovani ci sono tutti”.

Gli smartphone foldable hanno prezzi decisamente al di sopra della media, toccano e in qualche caso vanno oltre i 2000 euro. I consumatori, si sa, pagano anche il costo sostenuto dalle aziende in ricerca e sviluppo e il prezzo di componenti all’avanguardia come gli schermi pieghevoli. Ma poi?
“Quando questi dispositivi pieghevoli diventeranno un trend di massa i prezzi scenderanno naturalmente. Le nostre aspettative? Il Razr è un prodotto di posizionamento. Pensare di fare volumi con un telefono da 1600 euro sarebbe presuntuoso e irrealistico. Con questo smartphone proviamo ad allargare un segmento che oggi vale qualche centinaio di pezzi al giorno in totale, sia per noi che per il nostro competitor (Samsung, ndr) che ha la stessa soluzione. Con l’upgrade di hardware, compreso il 5G, si creerà domanda e questo segmento dovrebbe crescere a qualche migliaio di pezzi, compatibilmente con la fascia di prezzo in cui si trova”.

Barlocco (Motorola): "Vi spiego il Razr 5G e perché sarà la spider degli smartphone"

Con un telefono Motorola si ha la sensazione di aver tra le mani un Android nativo. Sembra quasi un Pixel della casa madre Google. Come mai?
“Diciamo che Google quando ha comprato Motorola non ha investito molto nell’hardware. La rotta l’ha cambiata Lenovo quando ha acquisito il marchio da Mountain View. Ma il fatto di essere stata un’azienda del gruppo Google ci ha permesso di aver su Android un’esperienza che pochi hanno, una capacità di gestire e sviluppare Android che usiamo in una versione quasi nativa. Cosa che ci permette di avere performance molto elevate. Questo è dato dal fatto che alcune funzioni sono native con un layer semplice e non ci sono sopra 3-4 layer che il processore deve andare ad aprire, gestire e interrogare. Insomma, il nostro Android non è appesantito dalla personalizzazione e la batteria – come rivelano anche test indipendenti – dura. Dura tanto”.

Quanto è ambizioso il progetto di riposizionamento in Italia e che tempi vi siete dati per realizzarlo?
“Siamo ambiziosi e siamo realisti. I colossi del mercato non sono certo nostri competitor, ma pensiamo in un paio d’anni di raggiungere una market share a doppia cifra che ci metta in una posizione di stabilità e che ci renda riconoscibili all’interno di quei 4- 5 player più importanti oggi sul mercato europeo. È un progetto ambizioso ma lo è per tutta Europa. La nostra nuova gamma guarda molto al gusto continentale. Dallo scorso anno l’abbiamo rifatta, i nostri modelli vanno dal 129 euro sino a 1600 del Razr e prima dell’estate i primi flagship tradizionali che sono l’Edge e l’Edge Plus, due smartphone con specifiche hardware molto ma molto interessanti”.

Motorola punta molto sull’integrazione con il gigante Lenovo.
“Sì è uno dei nostri punti di forza. Siamo Lenovo, possiamo e dobbiamo far leva sul fatto di essere un gigante della mobility perché oggi siamo leader mondiale dei computer,  abbiamo gli smartphone e i tablet. Non ci sono così tante aziende che hanno forza su tutte e tre le categorie avendo la leadership su una di esse. Avere la forza del gruppo Lenovo, la capacità di investire in comunicazione, ricerca e sviluppo e comunque in un ecosistema che faccia parlare i prodotti tra loro, permette a Motorola di avere ambizioni che non sono quelle di una startup che arriva in un continente e dice “ci provo”. Puntiamo molto anche per il rapporto post vendita con i clienti. In Italia abbiamo fatto un accordo con Poste. E’ possibile andare negli uffici postali a consegnare un telefono da riparare (parliamo di 14 mila punti sul territorio): io do il telefono, questo viene spedito, riparato e poi è possibile ritirarlo in un ufficio postale oppure a casa. È cultura del servizio e di cura del consumatore, che ci viene proprio dall’appartenere a un gruppo che è un’eccellenza dal punto di vista della mobility. Nazione per nazione, faremo questa integrazione delle operazioni di Motorola all’interne del gruppo. Una sinergia che riduce i costi, ottimizza le risorse e ci consente di investire”.

Chiudiamo con il 5G. È partito a fatica, tra le polemiche. Voi avete scelto di metterlo su quasi tutti i dispositivi.
“La nostra scelta è chiara. A differenza di altri competitor non facciamo un doppio modello, con e senza 5G. Noi ci crediamo. Sui nostri modelli c’è solo la versione 5G, grazie alla nostra partnership con Qualcomm. La nostra è una sorta di democratizzazione del 5G, vogliamo metterlo nelle mani di tutti. Con la connettività di ultima generazione siamo già nella fascia dei 300 euro e andremo a breve anche nella fascia sotto i 300 euro. È vero, c’è un rallentamento ma il 5G è una frontiere da cui non si torna indietro, ci dobbiamo andare per forza. Questa è la nostra missione: far provare a tutti le straordinarie la performance che può dare un telefono 5G rispetto a uno smartphone 4G”.

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