Apple: tra Mac M1 e iOS, la chiave è nell’ecosistema

Apple: tra Mac M1 e iOS, la chiave è nell’ecosistema

Quando si parla di computer sembra sempre di fare un passo indietro nel tempo, al secolo scorso, a un’era precedente, quando si lavorava, si comunicava, si giocava, in un altro modo. Oggi, lo sappiamo, siamo in un mondo diverso, ma quelle “vecchie” macchine non sono uscite dal nostro orizzonte. E’ vero, facciamo moltissime cose con i nostri smartphone, tablet, smartwatch, con le nostre automobili superconnesse o con i televisori Smart. Ma non possiamo ancora vivere senza computer. Li abbiamo al lavoro e a casa, nelle scuole e nei club, ci servono per una grande quantità di compiti anche se non sono più “centrali” come una volta. Si, perché non sono “mobili”, o se lo sono non lo sono come un leggerissimo smartphone o un leggero tablet, non possono davvero essere “sempre” con noi, per quanto si definiscano “personal” non lo sono come i device che abbiamo in tasca o al polso. Insomma, i computer sono ancora tra noi e lo saranno ancora a lungo, perché per alcuni compiti, per alcuni lavori, per alcune faccende personali o di
intrattenimento, il loro grande schermo, la loro capacità di memoria, la potenza e la velocità, sono ancora insostituibili.

E’ evidente che la rivoluzione dei tablet ha cambiato lo scenario del personal computing in maniera drastica, ma è altrettanto vero che la sostituzione di un device portatile con quello da scrivania è avvenuta solo in parte. Il mondo in cui viviamo oggi, dunque, è un mondo nel quale non stiamo andando verso un unico oggetto capace di fare tutto, ma verso una moltiplicazione di device dedicati ai diversi compiti, che hanno però un ambiente comune che gli permette di dialogare e che consente a noi di passare in maniera semplice da un device all’altro e continuare a fare quello che stavamo facendo prima. “Ecosistema” è la parola chiave e attorno a questo tema si sono esercitati tutti i colossi del mondo digitale negli ultimi anni, con risultati sempre più interessanti. Siamo in un mondo di ecosistemi paralleli, non ce n’è e non ce ne sarà uno solo nel quale tutti potremo tranquillamente condividere le nostre esperienze, i sistemi operativi restano diversi, anche se in grado di comunicare in qualche misura gli uni con gli altri, e a noi resta scegliere in quale ecosistema operare con i nostri device. E’ evidente che il lavoro che Apple sta facendo da alcuni anni in qua è quello di avere l’ecosistema più forte, completo, compatto, efficiente, del nuovo mondo digitale. Ed è evidente che i risultati che ha ottenuto fino ad oggi sono all’altezza delle attese. L’azienda americana non ha mai smesso di innovare sul fronte delle tecnologie e il lavoro fatto attorno ai suoi chip è tale da permettergli, oggi, di presentarsi sul mercato offrendo una linea di computer, i Mac, che nelle sue diverse declinazioni è davvero straordinariamente ricca. E in grado di offrire un’esperienza completa attraverso l’ecosistema che unisce smartphone, tablet, smartwatch, set top box per la TV, sistemi per le auto, terminali audio intelligenti e molto altro ancora. Un ecosistema in cui il personal computer non è il centro, ma uno degli elementi del tutto, una possibilità non una necessità, una piattaforma ma non una base. I nuovi Mac presentati questa sera, l’Air, il Mini, il Pro, sono ovviamente più potenti, efficienti, più ecologici, più veloci, hanno caratteristiche che, sostenute dal

nuovo chip M1, li rendono, sulla carta, naturalmente i migliori Mac mai proposti.

Ma è l’integrazione nell’ecosistema, la possibilità di far girare le app che sono su smartphone e tablet, a rendere questi nuovi computer ancora più interessanti, perché rendono ancora più integrato quello che già era un mondo integrato. Il “giardino chiuso” è da sempre la caratteristica dei prodotti di Cupertino, era la “filosofia” di Steve Jobs, ha reso unica e diversa da tutte le altre la sua azienda. Oggi quel giardino è molto più grande, molto più ampio e molto più ricco di possibilità, ma pur sempre isolato, chiuso, autonomo, alternativo a tutte le altre ipotesi di vita digitale. Ma è anche il giardino più bello che ci sia in circolazione e tutte le altre aziende sanno che la sfida con Apple, alla fin fine, non è sui singoli prodotti, sul PC più bello e potente o sullo smartphone più innovativo, ma è sull’ecosistema, sulla possibilità di costruirne uno altrettanto efficiente, completo e ricco.

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