Apple svela iOS 14 alla WWDC 2020: ora l’iPhone mette in moto l’automobile. Salto generazionale per i Mac


Questa é una WWDC in cui si rompono almeno un paio di tradizioni. La Worldwide Developer Conference di Apple è l’evento che ogni anno raduna in California migliaia di sviluppatori di applicazioni, e quello in cui la Mela svela le sue novità software (ma non solo). Per questa edizione 2020, le orde di developer sono rimaste a casa, per le misure anti-Covid, e la WWDC con il suo classico keynote di apertura, è tutta in streaming, sessioni di approfondimento comprese. Le novità quest’anno e come sempre sono parecchie, a partire dalle nuove versioni dei sistemi operativi per iPhone, iPad, Mac, Watch e AppleTV. E almeno un paio di assi calati dalla manica di Tim Cook e soci, potenzialmente in grado di rivoluzionare il mercato tecnologico.
L’ad di Apple introduce la conferenza con un discorso su quanto accade in questi giorni negli Usa, partendo dalle questioni razziali, dalla violenza che ha portato alla morte di George Floyd. Il punto di Cook è che il mondo debba includere, non escludere. E così anche la WWDC di quest’anno è aperta a tutti, senza limiti o costi di ingresso.
iOS e iPadOS. Diverse le novità di sostanza. La prima è App Library, una modalità di accesso e indicizzazione delle tante app che possono esserci su un iPhone, con delle macrocartelle che possono essere rese invisibili o in evidenza e contenere altre cartelle. Arrivano anche dei nuovi widget, che arrivano sia nella schermata delle attività quotidiane che (finalmente) nello schermo home.
Naturalmente non è un remake diretto da quanto già esiste su Android ma sono widget declinati in chiave Apple, con i servizi in primo piano, tra cui ad esempio Apple News.
Molto interessante la nuova “essenza” di Siri, che esce dalla sua schermata e diventa parte integrante del sistema operativo. L’idea è di una maggiore proattività dell’assistente digitale di Apple, che in iOS14 acquisisce diverse nuove capacità, ad esempio inviare messaggi vocali o tradurre da 11 lingue in tempo reale, anche in modalità di traduzione diretta per quando, all’estero, non si conosce la lingua.
Cambiano anche i messaggi, che diventano “Conversazioni”, anche di gruppo, con un potenziamento delle “Memoji“, gli avatar personalizzati, mascherine anti-Covid incluse. Le mappe di iOS14 acquistano la capacità di trasformarsi in guide turistiche per le principali città del mondo e una funzionalità dedicata ai veicoli elettrici, per definire percorsi di guida in cui si possa ricaricare la batteria in caso di necessità.
Grandi novità anche per la gestione dell’automobile con la funzione CarKeys: il telefono può ora, su veicoli che supportano la modalità, sbloccare le portiere e accendere l’auto. Non solo: si possono generare chiavi virtuali da inviare in modalità sicura ad altre persone, con livelli di accesso al veicolo personalizzati (ad esempio, aprirlo ma non metterlo in moto). Decisamente una delle feature più interessanti, che sarà disponibile anche in un prossimo aggiornamento di iOS13, quindi prima del rilascio di iOS14 a settembre. App Clips è invece un sistema di mini-app che si integra con le applicazioni più grandi per offrire accesso istantaneo a contenuti e funzionalità senza lanciare l’app principale e attraverso gli App Code, dei QR-Code proprietari di Apple. C’è anche il redesign della schermata di risposta al telefono: ora non occupa più tutto lo schermo impedendo le attività ma funziona come una normale notifica.
Anche per iPadOS il menu delle novità è sostanzioso. Tutte le novità di iOS14 ci sono anche qui, e quindi il nuovo sistema di widget, che su iPad diventa una vera e propria estensione del desktop. Ma l’update più importante si chiama Scribble ed è di fatto una intera porzione del sistema operativo dedicata alla Apple Pencil, che ora diventa uno strumento completamente integrato con l’iPad. Oltre a prendere appunti da qualsiasi app, Scribble riconosce la scrittura in ogni campo (ad esempio nella barra del browser) e trasforma la calligrafia in testo.
C’è spazio anche per degli aggiornamenti agli auricolari AirPods Pro, che ora acquisiscono una modalità Surround che simula un ambiente di ascolto che risponde a quello che accade sia nella spazialità dell’audio che alla posizione della fonte sonora. La funzione si chiama “Spatial audio” e funzionerà anche con i contenuti Dolby Atmos.
WatchOS. Giunto alla versione 7, il sistema operativo dell’Apple Watch è ora una piattaforma unica sul mercato per quanto riguarda la gestione del corpo umano, sia per le caratteristiche dedicate alla salute che al fitness e alla cura del benessere. Non solo cardio e corsa quindi ma anche yoga, relax e sonno. Il Watch può diventare un hub di tutte le fasi preparatorie del riposo e monitoraggio delle attività notturne. C’è anche una funzione di verifica del corretto lavaggio delle mani, utile di questi tempi: il Watch capisce quando ci stiamo lavando le mani e e attiva un conto alla rovescia per avvisarci di quando lo abbiamo fatto abbastanza e correttamente.
AppleTV. Quella che una volta era poco più di un passatempo per l’azienda della Mela, oggi è il cuore della gestione della demotica, dei contenuti in streaming e dell’intrattenimento e della sicurezza domestica. Nel nuovo TvOS ci sono funzioni avanzate di gestione dei dispositivi connessi (dalle luci in poi), dal monitoraggio attraverso le telecamere attivabili anche a voce attraverso Siri, e naturalmente all’offerta di AppleTV+ che ora ha una nuova produzione di peso, lo Sci-fi asimoviano “Foundation”.
Una rivoluzione per il Mac. E arriva anche l’ultima versione di MacOs. Si chiama Big Sur, evocando uno dei posti più caratteristici della California, e porta una cospicua dote di novità sui computer della Mela, da un completo redesign grafico del desktop a quello dell’app Mappe, ora in versione 3D. Il focus più importante è quello sul browser Safari, ulteriormente velocizzato e blindato agli attacchi esterni, seppure più aperto ad integrarsi con estensioni specifiche.
Ma per parlare della vera novità che coinvolge il Mac, la parola torna di nuovo a Tim Cook. Ed è l’annuncio che molti aspettavano: la transizione dall’architettura del Mac dai chip Intel a quelli sviluppati in casa, ovvero l’arrivo anche sui computer di quello che Cook chiama “Apple Silicon“. È un annuncio storico per Apple ma anche per tutto il mercato.
Ma che significa? Due cose: che Apple punta a surclassare i concorrenti sul piano della mera potenza di calcolo, e sul piano tecnico che dalla prossima generazione, i Mac non avranno più chip Intel ma nuove CPU progettate direttamente da Apple, come già avviene per iPhone e iPad, dal chip A4 in poi, e realizzate da terze parti. Di fatto un’architettura completamente proprietaria che punta su un elevato incremento di prestazioni per portare i Mac a potenze significativamente più alte rispetto agli attuali e allo stesso tempo, unificare i mondi iOS-iPadOS-macOS. Il Mac era infatti l’ultimo dispositivo della Mela a funzionare grazie a chip non “fatti in casa” a Cupertino, e colmare questo gap significa rafforzare ulteriormente l’ecosistema Apple, e garantirsi un ruolo di primo piano nella competizione tecnologica al primissimo livello, quello della progettazione del silicio che è il cuore dei computer.
Apple Silicon porta sui Mac tutto quello che c’è sugli iDevice, dal Neural Engine, le unità di elaborazione grafica e il Machine Learning. Il software (Office, FInal Cut, Logic, Creative Cloud di Adobe) c’è già e a Cupertino sanno che questa è un aspetto fondamentale per questa svolta generazionale. La compatibilità con il software realizzato per Intel è mantenuta grazie a Rosetta (lo stesso nome dei bridge software che Apple usò quando il Mac passò da PowerPC a Intel) e a un livello di virtualizzazione. Lo scenario a cui punta Apple è chiaro, quantomeno replicare quello che avviene con iPhone e iPad, ovvero avere i chip più potenti in assoluto sul mercato e di conseguenza, i più appetibili per gli sviluppatori e per gli utenti.