Apple, nuove regole per proteggere la privacy: App store e iOS si blindano


Qualche mese fa un documentario su Netflix ha fatto porre a milioni di spettatori un dubbio importante: cosa fanno le applicazioni e le aziende con i miei dati personali, che trasmetto loro ogni volta che uso un’app o un servizio? La risposta di The Social dilemma era semplice e ovvia: questi dati, una volta aggregati e interpretati, creano profili dettagliatissimi di ognuno di noi. Ed è “merce” digitale che vale oro, anzi quasi di più: è un’industria valutata in 227 miliardi di dollari l’anno.
Ci sono aziende che però puntano sulla protezione dei propri utenti come asset fondamentale, un esempio storico è Blackberry, che faceva della sua inviolabilità il principale perno di ogni prodotto. E quella di Apple sulla privacy è una battaglia che va avanti da anni, sin da quando Steve Jobs era ancora a capo dell’azienda, con una costante rifinitura di protezioni e livelli di sicurezza a tutela degli utenti. Ma in un mondo così data-driven, le protezioni non sono mai abbastanza.
Arriverà poi in primavera, con un aggiornamento di iOS 14, l’App Tracking Transparency. Ovvero una funzione che richiederà alle app il permesso dell’utente prima di prelevare dati personali. Ogni app sarà sempre impostabile in questo senso sdal pannello di controllo. Insomma un vero e proprio giro di vite, con cui ogni big della tecnologia dovrà rapportarsi – già Google ha modificato il comportamento delle sue app, per citare un grande nome. Utile in questi tempi per stemperare un po’ il “dilemma” e dare il valore giusto alle informazioni che divulghiamo.