Altro che metaverso, il futuro è in realtà aumentata

Altro che metaverso, il futuro è in realtà aumentata

Finora, la strada che ci porterà a indossare quotidianamente degli smartglass ha seguito due percorsi molto differenti. Da una parte, i visori come Google Glass o Magic Leap One: già dotati di importanti funzionalità in realtà aumentata (la tecnologia che sovrappone elementi digitali al mondo fisico), ma dalle dimensioni troppo ingombranti. Dall’altra, degli occhiali dall’aspetto praticamente indistinguibile da quelli normali (come i Ray-Ban Stories creati in collaborazione con Facebook), ma che permettono quasi solo di scattare foto o girare brevi video.

La terza via

C’è un solo prodotto che, al momento, sembra aver individuato una terza via: gli Spectacles 4, presentati per la prima volta nel maggio del 2021. Con un peso di soli 134 grammi (contro i circa 50 di un paio di occhiali normali) e un design dallo stile decisamente cyberpunk, i visori creati dai laboratori di Snapchat sono gli unici che abbinano un aspetto quasi normale a delle vere e proprie lenti in realtà aumentata, oltre a dare la possibilità di scattare foto e video da pubblicare sul social network da 320 milioni di utenti.

A differenza delle precedenti (e di scarso successo) versioni degli Spectacles, questa nuova edizione non è stata messa in vendita, ma è destinata soltanto a un numero limitato di sviluppatori che l’hanno ricevuta per testarne limiti e potenzialità. E quali sono queste potenzialità? Già oggi, gli Spectacles permettono – per citare solo le funzionalità che abbiamo avuto modo di provare in prima persona – di sovrapporre dei prati fioriti al pavimento di casa e di vedere farfalle digitali posarsi sulla nostra mano, di proiettare il sistema solare all’interno di una stanza, di sfuggire a degli zombie che escono dalle pareti, di dipingere graffiti digitali sui muri fisici e altri giochi di questo tipo.

Per il momento, quindi, si tratta di divertenti curiosità legate più che altro all’intrattenimento. Ma se le cose andranno secondo le previsioni, un domani utilizzeremo questi visori nella vita di tutti i giorni, eliminando quindi la mediazione tra mondo fisico e mondo digitale rappresentata dallo smartphone. E così, le indicazioni stradali di Google Maps compariranno direttamente sull’asfalto, una freccia digitale ci indicherà dove si trova il prodotto che stiamo cercando al supermercato, i contatti sui social network che incroceremo lungo la strada potrebbero portare un “cartellino” che riporta il loro nome e gli edifici storici potrebbero arricchirsi di informazioni digitali che compaiono su richiesta o addirittura mostrare come sono cambiati nel corso del tempo, sovrapponendo alla loro attuale versione fisica delle repliche digitali del passato.

Allo stesso tempo, i manifesti pubblicitari potrebbero essere personalizzati sulla base dei nostri interessi (come già avviene sulle varie piattaforme online), mentre le notifiche dei social network o delle email compariranno direttamente davanti ai nostri occhi. È un po’ il mondo – tanto affascinante, quanto inquietante – che è stato immaginato qualche anno fa dal designer Keiichi Matsuda nel noto video Hyper-reality.

L’alternativa al metaverso

Per certi versi, si tratta quindi una tecnologia opposta al metaverso. Laddove il futuro immaginato da Mark Zuckerberg ha l’obiettivo di sfruttare la realtà virtuale per immergere l’essere umano in un ambiente completamente digitale, la realtà aumentata consente di arricchire digitalmente l’ambiente fisico che ci circonda. “A Snapchat amiamo molto il mondo reale e stiamo pensando a come renderlo migliore, non a come allontanare le persone da esso”, ha spiegato Qi Pan, responsabile di Snap per la computer vision technology, durante un incontro organizzato a Milano.

Questo non significa però che le due tecnologie si escludano a vicenda e che – in una sorta di duello – solo una delle due riuscirà a caratterizzare il nostro futuro: “Penso che ci siano comunque situazioni in cui il metaverso – che oggi indica però cose molto diverse tra loro – avrà una sua utilità”, ha spiegato sempre Qi Pan. “Per esempio, offrirà la possibilità a persone che si trovano molto distanti tra loro di trovarsi in un ambiente condiviso e vivere delle esperienze comuni”.

Allo stesso modo, anche lo smartphone potrebbe continuare a esistere: “Il nostro obiettivo è diventare la piattaforma leader nel campo della realtà aumentata e permettere ai nostri utenti di non guardare più il mondo tramite un telefono, ma direttamente attraverso un paio di occhiali. Più che rimpiazzare lo smartphone, però, probabilmente affronteremo una transizione in cui queste due tecnologie si integreranno, e in cui ci saranno comunque situazioni in cui sarà più agevole utilizzare la forma rettangolare dello smartphone”.

Compromessi

È ancora una prospettiva distante. Come ammesso anche dagli stessi esperti di Snapchat, i compromessi necessari a dare vita agli Spectacles 4 sono importanti. Prima di tutto, la batteria dura al massimo 30 minuti, una longevità non certo sufficiente all’uso costante previsto per il futuro. Inoltre, gli oggetti digitali non coprono il nostro intero spettro visivo, ma si trovano solo al centro di esso, limitando l’immersività. L’indispensabile ecosistema di applicazioni è poi ancora tutto da creare, mentre molte funzionalità probabilmente le scopriremo soltanto quando la tecnologia sarà più matura.

Altre incognite sono relative alla reazione del pubblico. Fino a oggi, i visori in realtà aumentata immessi sul mercato hanno sempre avuto scarso successo: i tanto attesi Magic Leap One – talmente ingombranti da trasformare chi li indossava in una sorta di cyborg – hanno venduto pochissimo, costringendo la startup della Florida a molti licenziamenti e a decidere di rivolgersi solo al mercato professionale (come già aveva fatto Google con i suoi Glass). Sarà sufficiente ridurre le dimensioni di questi visori per avere successo? E siamo davvero sicuri di voler vivere con uno schermo digitale costantemente davanti agli occhi?

I tempi

Prima di poter dare risposta a queste domande, bisogna aspettare ancora un po’. Secondo quanto affermato sempre da Qi Pan, ci vorranno ancora 5-10 anni prima che questo prodotto sia maturo e possa iniziare a diffondersi nell’uso comune. Sempre che ad accorciare il lasso di tempo non provveda Apple, che da tempo sta creando grandi aspettative in materia di visori per la realtà aumentata. Il colosso di Cupertino, secondo le attese, potrebbe infatti lanciare il suo primo dispositivo forse già nel corso del 2022.

Nonostante le tante incognite che ancora circondano questo settore, molti esperti ne sono convinti: il nostro futuro sarà in realtà aumentata e gli smartglass sostituiranno col tempo gli smartphone come dispositivo di base. A quel punto, la fusione tra mondo fisico e mondo digitale sarà completata. 

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